In 2700 al convegno sulla mafia
Porto Sant'Elpidio | A dire basta alla criminalità organizzata personaggi di spicco come Giancarlo Caselli ex Procuratore di Palermo, Don Luigi Ciotti dellassociazione Libera, Don Luigi Merola, sacerdote anticamorra di Forcella
di Giacomo Petrelli
Un’imponente e mirata operazione pubblicitaria fatta di volantini, locadine, manifesti, mailing list e redazionali sulle pagine delle maggiori testate giornalistiche del territorio, un tema-taboo scottante e delicato come quello della mafia e personaggi di caratarura nazionale sono stati gli ingredienti che hanno destato la curiosità della gente e creato quel passaparola che è risultato essere indispensabile per l’ottima riuscita del II Convegno Nazionale “L’eredità di Falcone e Borsellino”: un evento di cui sembrava che tutti sapessero già tutto e che ciò nonostante sono andati a vedere lo stesso.
Circa 2.700 persone hanno preso parte al convegno che sabato 24 febbraio si è tenuto in doppia scansione temporale, il mattino per le scuole ed il pomeriggio per la cittadinanza, presso il Palasport di Porto Sant’Elpidio. A dire basta alla criminalità organizzata personaggi di spicco che hanno fatto della lotta alla mafia la loro missione di vita: Giancarlo Caselli ex Procuratore di Palermo, Don Luigi Ciotti dell’associazione Libera e Don Luigi Merola, sacerdote anticamorra di Forcella e l’Avvocato Fabio Regolo, aspirante magistrato, che è stato il moderatore dell’incontro. Nel suo saluto il sindaco Mario Andrenacci ha ricordato l’importanza del ruolo dei giovani che sono il presente ed il futuro della moderna società e che troppo spesso vengono ingiustamente connotati in maniera negativa ed associati solamente alle stragi del sabato sera, alla droga o all’alcool.
“I giovani sono invece molto di più – ha dichiarato il primo cittadino – richiamando l’importanza del ruolo della scuola quale primo luogo in cui è possibile insegnare i fondamenti della legalità ed il rispetto delle norme”. Don Luigi Merola ha, invece, raccontato la sua esperienza diretta nei quartieri malavitosi di Napoli dove la lotta alla criminalità organizzata si disputa ogni giorno abbattendo quel muro di silenzio che troppo spesso ci fa indirettamente essere complici della mafia. Giancarlo Caselli ha spiegato la differenza tra legalità oggettiva e soggettiva apportando come esempi quello della corruzione, della sicurezza urbana e della mafia che provoca impoverimento sociale, con la morte di tanti innocenti e impoverimento economico con la perdita di 180mila posti di lavoro e 7,5 miliari di euro di ricchezza in meno all’anno.
Don Luigi Ciotti, infine, nel suo intervento, ha dichiarato il suo scetticismo nell’educazione alla legalità e l’importanza, invece, dell’ educazione al senso civico. “ La legalità è il nesso, la saldatura – ha spiegato Ciotti – tra la responsabilità personale di ognuno di noi e la giustizia rappresentata dallo stato e dalle istituzioni. Non si può chiedere allo stato di fare la sua parte se noi non facciamo la nostra. Dobbiamo sconfiggere la malattia dell’indifferenza che si maschera dietro il silenzio, l’omertà e la rassegnazione”.
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26/02/2007
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