Il Credito Agricolo Industriale chiede al Centro Agroalimentare di San Benedetto il pagamento delle rate di mutuo arretrate (dal 2001, per oltre 3 milioni di euro) entro 15 giorni: da due dei soci pubblici, Provincia e Regione (complessivamente 46% delle quote) parte la richiesta di azzeramento del consiglio di amministrazione presieduto da Gianni Balloni.

“Abbiamo chiesto l’azzeramento del cda – dice il presidente della Provincia Massimo Rossi – perché la situazione è drammatica. Dobbiamo pagare quasi 7 miliardi di lire entro un termine che certo può slittare anche a un mese e oltre, ma comunque dobbiamo pagare. E al momento nessun istituto di credito è disponibile a concederci un mutuo alternativo per coprire il primo.”

Il presidente del Centro Agroalimentare Balloni parla di una pratica in corso presso la City Bank di Zurigo. “Quella della City Bank è una storia che va avanti da un anno e mezzo – risponde Rossi – ma intanto il finanziamento non arriva. Il paradosso è che abbiamo sollecitato noi un’assemblea dei soci del Centro e il cda ci mette di fronte al fatto compiuto: oggi qualunque soluzione venga adottata espone i soci pubblici, con una fideiussione o mettendo mano al portafogli. Nessuno vuole negare le difficoltà del Centro, ma l’aiuto viene chiesto solo ora, dopo aver lasciato aggravare di molto la situazione. Risolveremo il problema perché di certo non manderemo all’asta il Centro. Ma vogliamo avere interlocutori amministrativi capaci ed efficienti.”

Il presidente Rossi chiede maggiore “presenza” da parte del Comune di San Benedetto: “la Regione e la Provincia erano maggioranza all’ultima assemblea, ma non abbiamo proceduto da soli perché intendevamo coinvolgere il Comune di San Benedetto, che è socio di maggioranza relativa. Così gli abbiamo chiesto di indicare una soluzione, per esempio di attivarsi presso istituti di credito. Ci rivedremo tra quindici giorni, diciamo dopo le feste. Ma la condizione che abbiamo indicato prima di qualsiasi altra iniziativa è appunto quella di rimuovere Balloni e il suo consiglio di amministrazione. Oltretutto, se Balloni non aveva fiducia in Spinozzi poteva licenziarlo prima”.