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“Il secolo di Angelo” di Fania Pozielli al Salone del libro di Torino

San Benedetto del Tronto | Il secondo romanzo della sambenedettese Fania Pozielli, dal titolo “Il secolo di Angelo”, è stato presentato con successo al Salone Internazionale del libro di Torino.

di Elvira Apone

"Il secolo di Angelo" di Fania Pozielli

Al Salone Internazionale del libro di Torino, presso lo stand della regione Marche e in collaborazione con l’associazione “I luoghi della scrittura”, la scrittrice sambenedettese Fania Pozielli ha presentato con successo il suo secondo romanzo dal titolo “Il secolo di Angelo”, una saga ricca di pathos e di emozioni che ripercorre un periodo della sua storia famigliare, quello che va dal bisnonno al padre, accomunati dallo stesso nome di battesimo: Angelo.

Moglie e madre felice e orgogliosa, come lei stessa si è definita, Fania nutre tre grandi passioni: la cucina, la famiglia e la scrittura, un sogno che per lei è diventato realtà quando ha pubblicato il suo primo romanzo noir dal titolo “I gabbiani non parlano”, ambientato a San Benedetto del Tronto, che non solo ha riscosso grandi consensi, ma è stato anche scelto da una regista esordiente italo-danese come soggetto per un suo cortometraggio che verrà presentato alla mostra del cinema di Venezia.

Questo suo secondo libro, “Il secolo di Angelo”, è stato definito da Federica Crescenti, che ha accompagnato Fania Pozielli nella sua presentazione, un viaggio della memoria alla riscoperta dei valori e delle tradizioni che hanno affiancato i nostri progenitori nel loro seminare in tutto il mondo tenacia, creatività e perseveranza e rappresenta sicuramente uno spicchio intenso e commuovente della nostra storia. Partendo, infatti, dalla fine dell’Ottocento, Fania fa rivivere nel suo romanzo le vicende della sua famiglia, una delle tante famiglie italiane di emigranti che, per motivi diversi nell’arco di tutto il secolo scorso, sono andate a cercare fortuna, e soprattutto a spargere il proprio seme fecondo, in altri paesi del mondo come gli Stati Uniti, la Germania, la Svizzera. Come ha spiegato Fania stessa durante la presentazione di Torino, se all’inizio del Novecento emigrare significava sopravvivere, a cavallo tra le due guerre voleva dire, invece, esprimersi liberamente, mentre all’inizio degli anni ’60 era un modo per rendere la propria vita meno tetra e costruire, quindi, un futuro più degno per sé e per i propri figli.

Un intero capitolo del libro è ambientato a Capodacqua, un delizioso paesino sui Sibillini in cui l’autrice ha trascorso tanti bei momenti della sua infanzia, un luogo magico cui si sente particolarmente legata da tanti ricordi che, purtroppo, è stato colpito dagli eventi sismici dell’agosto scorso, ma che, sicuramente, come Fania ha dichiarato commossa, tornerà a splendere di nuovo. Ed è proprio grazie a questo spaccato di vita di Capodacqua che Fania Pozielli è stata insignita dall’associazione Omnibus Omnes, nella persona della sua presidente Raffaella Milandri, del premio “Un libro per Arquata", un riconoscimento che per lei vale molto di più di qualunque primo posto e che, come lei stessa ha detto, è stato anche un modo per rendere omaggio da parte sua alla popolazione di Capodacqua.

Il magistrato e poeta Ettore Picardi, che ha curato la prefazione del libro, ne ha colto l’essenza con profondità e, come ha sottolineato Fania Pozielli, è riuscito, grazie alla sua sensibilità, a darne una chiave di lettura estremamente umana e veritiera. Arricchito da foto e illustrazioni che contribuiscono a ricrearne in modo autentico e realistico le atmosfere, gli ambienti, le epoche, i personaggi, questo romanzo, come Fania ha rilevato, vuole essere la conferma che certi valori che ci sono stati tramandati dai nostri avi, come la tenacia, la forza, il coraggio, l’onestà, sono universali in ogni tempo e in ogni luogo e che, in qualità di eredi di questo inestimabile patrimonio morale e culturale, noi abbiamo il dovere di preservarlo, alimentarlo e tramandarlo alle generazioni future.

Un grande atto di amore quello di Fania Pozielli, una sentita e incondizionata testimonianza di affetto nei confronti della propria famiglia, delle proprie origini, della propria terra, un regalo sincero e prezioso reso alle Marche e al popolo marchigiano di cui noi tutti, marchigiani oriundi e adottivi, dobbiamo e possiamo essere fieri.

Per qualsiasi altra informazione vi invito a consultare la pagina Facebook di Fania Pozielli e quella di "Il Secolo di Angelo" e, ovviamente, a leggere il libro che, al momento, potrete trovare a San Benedetto presso "La Bibliofila", "Eclettica", l'edicola Angelini &Straccia” e la cartolibreria "La Coccinella".

26/05/2017





        
  



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