Sistemazione del Torrente Albula: la risposta del Comune di San Benedetto alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche.

Della lettera - firmata dal Responsabile Unico del Procedimento Dott. Ing. Enrico Offidani e controfirmata dal Dirigente Settore Progettazione e Manutenzione Opere Pubbliche il Dott. Arch. Farnush Davarpanah - ne pubblichiamo sostanzialmente i contenuti: 

« In relazione alla vostra nota del 10/04/2017 si precisa che le indicazioni date dalla soprintendenza non sono state disattese. La realizzazione dell'intervento di difesa della costa ha seguito quanto indicato nei progetti sia nelle forme che nei materiali ed è rimasta aderente, per quanto possibile, alle prescrizioni da voi impartite. Sono stati impiegati massi naturali di cava per l'esecuzione di tutte le strutture e materiale di risulta, compatibile con la valenza ambientale dei luoghi, per il riempimento del cavo formatosi tra la nuova scogliera e la vecchia. Da notare che quest'ultima lavorazione, indicata nei progetti, era indispensabile per la salubrità onde prevenire la formazione di acqua stagnante mancando la risacca derivante dal moto ondoso. Va tuttavia precisato che sia la foce che la sponda nord non sono più balneabili a motivo dei reflui provenienti dal torrente, reflui che già danneggiavano sistematicamente la balneabilità e fruibilità di una grossa porzione dell'arenile a nord e sud rendendo inutilizzabile buona parte della spiaggia libera. Uno degli obiettivi per cui l'opera fu pensata era proprio limitare i danni alla balneabilità derivanti dai reflui del torrente. Per queste ragioni la sistemazione dell'intera area, nel rispetto comunque delle tipologie già presenti in loco e tipiche della zona, consiste solo in una pulizia generale e sistemazione in linea con quanto già dichiarato dai progetti. Infatti non essendo più zona balneabile, onde prevenirne il degrado ambientale evolendo fermamente lasciarla alla libera fruizione, verranno realizzati dei percorsi pedonali pavimentati, già indicati nel progetto, e verrà attrezzata con un minimo di illuminazione. Il ricorso a massi naturali sullo spigolo nord est, identici a quelli impiegati nella scogliera, è frutto dell'esperienza maturata nel corso della stagione invernale dove si è potuto constatare la sistematica inondazione provocata dalle mareggiate. Pertanto si è ricorso ad una barriera naturale, non artificiale, per salvaguardare le parti retrostanti sfruttandola contemporaneamente come seduta. Il tutto avviene senza modificare lo skyline già definito in progetto, ovvero senza alterrare altezze o scorci panoramici, anzi forse esaltandole la valenza ambientale. L'area sarà poi inerbita esattamente come diverse porzioni dell'arenile sambenedettese. E' appena il caso di notare che stiamo assistendo anche ad una ripopolazione faunistica di questa parte di territorio con la presenza di alcune specie tipiche degli ambienti costieri, alcune già presenti nella ZPS della Sentina ».