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Senza risorse non si riorganizza l'emergenza

San Benedetto del Tronto | La riorganizzazione dell’emergenza sanitaria nell’AV n.5.

di Mario Narcisi

E’ veramente avvilente e destabilizzante per i cittadini seguire, in questi giorni , i commenti e le discussioni sul “Progetto sperimentale di riorganizzazione dell’Emergenza sanitaria” proposto dalla Direzione generale dell’AV n.5 nei nostri due Presidi Ospedalieri di Ascoli e San Benedetto. Ancora una volta assistiamo a un Progetto che non avrà come obiettivo l’efficacia e l’efficienza della prestazione sanitaria ma solo il risparmio economico giustificato dalle scarsezza delle risorse che la Regione destina al Piceno. In sintesi la riorganizzazione proposta ingloberà il Sistema del 118 nella gestione dell’attività ambulatoriale verso gli utenti che accedono al Pronto Soccorso, per ridurre le lunghe fila di attesa.

Questa sbrigativa soluzione distruggerà due Servizi, quello del Sistema dell’Emergenza Territoriale – C.O. 118 e quello del Sistema del Pronto Soccorso-Accettazione e Medicina d’Urgenza. Due Servizi sanitari con due distinti Primari. Due Servizi, uno Territoriale e uno Ospedaliero, distanti per approccio alle problematiche sul campo, distanti per preparazione e attitudine diversa degli Operatori e, ancora, sprovvisti, per lo più, di una Specializzazione universitaria specifica comune. Un conto è agire in Pronto Soccorso con la disponibilità di qualsiasi consulenza , un conto è agire sulla strada e, fino a quando non saranno uniformate le norme giuridiche, il prospettato scambio dei ruoli tra i Medici dei due Servizi sarà molto scarso, nonostante “la sanatoria” di una Legge regionale e una DGR “fatta ad hoc”. Al di là delle ottimistiche previsioni dei Direttori delle due Strutture complesse di Pronto Soccorso di AP e SBT , ci sembra improbabile , per esperienze già fatte , che ciò possa realizzarsi senza l’apporto di nuove risorse.

Nella situazione in cui si trova la A.V. n.5, l’unica dove non è stato possibile distinguere “le funzioni” dei due Ospedali esistenti e dove i piccoli Ospedali sono stati chiusi a differenza di quelli dell’A.V.di Pesaro dove sono stati svuotati ad arte per ospitare Società private dentro gli Ospedali pubblici, difendere il Sistema dell’Emergenza Territoriale sarebbe rientrato nello specifico compito della Direzione dell’AV 5, dal momento che la Regione ha voluto riorganizzare gli Ospedali in Reti Cliniche e , a maggior ragione, dopo che nell’Avn.5 (unica nella Regione) sono stati creati due “Ospedali monchi“, quello di AP e di SBT, più costosi e più pericolosi perché bisognevoli di consulenze e di maggiori trasferimenti e interventi urgenti in autoambulanza, creando la figura del “malato a quattro ruote”.

Quindi , non si tratta di essere attaccati, come dice la Direzione dell’AV.5 , a privilegi o alla vecchia divisione funzionale, ma si tratta di preservare un Servizio sanitario fondamentale per il nostro Territorio. Siamo stanchi di queste sperimentazioni. La nostra AV, per sopperire alla carenza di risorse, sembra che sia impegnata sempre in un “Concorso di idee“ con l’aspettativa di un premio finale. Solo qui si fanno le sperimentazioni (perché la nostra AV.5 è stata individuata dalla Regione come AV sperimentale) in quanto solo qui si è dovuto ripiegare su “un Ospedale su due sedi ” e tutto è partito da quando ci hanno tolto i fondi per l’Ospedale Unico del Piceno.

Mentre qui si è costretti a fare le sperimentazioni sulla pelle degli operatori e dei cittadini, la Città di Ancona può contare su due poli ospedalieri, uno a Nord (rappresentato dall’attuale Ospedale Regionale di Torrette) e uno a Sud (rappresentato dal nuovo Inrca e dall’Ospedale dell’area metropolitana Ancona sud, in fase di realizzazione) e ora vorrebbero anche rifare l’Ospedale Salesi nuovo, nonostante a Torrette ci sia spazio a sufficienza per ospitare l’Ospedale dei bambini. Se siamo in una Regione dove tutti i cittadini dovrebbero usufruire in egual modo del servizio sanitario, i soldi destinati al Salesi dovrebbero essere dirottati all’AV. 5 per costruire, nel Piceno, il Polo ospedaliero Marche Sud.

16/06/2015





        
  



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