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"Il personale sanitario non si recupera dai reparti di base"

San Benedetto del Tronto | Replica alle dichiarazioni di Antonio Canzian, che domenica in conferenza stampa ha difeso le scelte fatte sulla Sanità.

di Dott.Mario Narcisi

Mario Narcisi

Pubblichiamo la lettera del Dott. Mario Narcisi in risposta a quanto affermato domenica dal Vicepresidente della Regione Marche sulle scelte fatte in tema di Sanità.

"Al collega e Assessore Canzian che afferma: " fin quando avremo due Ospedali distinti sarà per forza necessario superare i duplicati, ciò consentirebbe di recuperare il personale infermieristico", si può molto sommessamente rispondere che:
"Lasciare uno zoccolo di Reparti di Base nei due Ospedali, finchè rimarranno aperti (in attesa dell'Ospedale Unico), non è fare duplicati ma è mantenere due Strutture sicure per chi ci si ricovera e per chi ci lavora. Mantenere aperte delle Strutture ospedaliere senza l'assistenza di personale adeguato come numero e come professionalità costituisce un pericolo".
Il recupero di personale, effettuato con la soppressione di Reparti ospedalieri di Base, ci sembra un azzardo!!!

Ecco quello che sta facendo la Regione e l'Asur nei confronti della Area Vasta n.5.
Il recupero del Personale sanitario lo si fa con Reparti superspecialisti, che non devono necessariamente essere in tutti gli Ospedali in quanto necessitano, per esistere, di bacini di utenza molto più ampi delle singole Zone e non lo si fa con Reparti di base come si sta facendo con l'Ortopedia e la Cardiologia-Utic a San Benedetto e l'Urologia ad Ascoli!
Inoltre la Regione, a differenza delle altre Aree Vaste, non ci ha detto, per la nostra Area Vasta 5, quale sarà l'Ospedale per Acuti e quale la Casa della Salute. Se ne è informato, ce lo dica lei!

In una recente trasmissione televisiva chiedeva al suo interlocutore, che le contestava certe scelte, come, secondo lui, si sarebbero dovuti distribuire i Reparti nel territorio. Il discorso susseguente, in trasmissione, non ha permesso alcuna risposta.
Noi le avremmo risposto ricordando e spiegando ai cittadini che per "Reti Cliniche" si intende la organizzazione territoriale, la collaborazione e la comunione di Medici e delle Strutture sanitarie ospedaliere che si dedicano ad uno specifico settore superspecialistico della medicina, che non può essere in tutti gli Ospedali.

Il presupposto funzionale per le "Reti Cliniche" è avere degli Ospedali che siano in Rete con tutti gli altri Ospedali e, per un Ospedale essere in Rete significa avere le stesse potenzialità minime degli altri, ossia avere almeno gli stessi requisiti di base degli altri n.10 Ospedali di Rete delle Marche (compresi quelli di S.Benedetto e Ascoli) e dare la stessa risposta alle acuzie su tutto il territorio.
Non ci dobbiamo inventare niente.
I requisiti di base, l'assetto minimo di questi Ospedali è quello descritto più volte in documenti nazionali e regionali per dare una risposta adeguata e sincrona alle situazioni di urgenza-emergenza sanitaria.
Servono tutte, e per ciascuno Ospedale di rete, le Strutture Complesse di : P.S.-Murg., Anestesia-Rianimazione, Cardiologia-Utic, Chirurgia, Ortopedia-Traumatologia, Medicina, Radiologia, Laboratorio e, laddove sussista il punto nascita, di Ostetricia-Ginecologia e di Pediatria.
A questo assetto basale si inseriscono, poi, solo in alcuni Ospedali di rete, quelle Superspecialità che andranno a costituire le "Reti Cliniche".

Emblematico è il caso dello smantellamento della Ortopedia a San Benedetto del Tronto. E' sotto gli occhi di tutti il disservizio che si è creato. Di fronte alla grande mole di lavoro che registra la Sala Gessi, l'Ambulatorio ortopedico, comprese le Urgenze traumatologiche, al "Madonna del Soccorso", è irrazionale persistere nel progetto elaborato dalla Direzione dell'A.V.n.5.
La realtà, purtroppo, è una altra cosa. Qualsiasi discorso si faccia, il politrauma della strada, accaduto in zona (Autostrada, S.Statale Adriatica, Ferrovia, Salaria, Porto Marittimo, Spiaggia, Turismo estivo), viene scaricato in questo Ospedale di San Benedetto del Tronto e pensare, successivamente, a un trasferimento in altra Struttura sanitaria (es. Ascoli) è pazzesco.

Non dare una soluzione a questo problema è da irresponsabili.
Il modello organizzativo a cui tendere nel rispetto della nostra popolazione è certamente quello del mantenimento dello zoccolo di base in tutti gli Ospedali di rete ed è difficile accettare un Riordino della Sanità Regionale che propone e tollera modelli organizzativi così diversi tra le varie Aree Vaste della Regione Marche (vedi le Associazioni pubblico-private negli Ospedali pubblici del Pesarese)."


Dott. Mario Narcisi
Ex Direttore del DEA dell'Ospedale di S.B.T. e
rappresentante territoriale dell'AAROI-EMAC

 

20/11/2013





        
  



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