"La reazione di Curzi? Come dire, quando domanda e offerta si incontrano. Lui era insoddisfatto di lavorare con noi. Noi dovevamo ridurre, tenendo fede agli impegni elettorali, pur lavorando con lui molto bene". Così il Sindaco commenta l'uscita forzata dell'assessore Marco Curzi dalla Giunta, anticipando che anche ai dirigenti toccherà la stessa sorte.

La riduzione è passo obbligato, e già il taglio alle spese politiche è valso 10.000 € devoluti a garantire la gratuità dello scuolabus per i bimbi della materna, elementare e media, da gennaio a giugno. Restano sei assessori pieni di deleghe, e quelle di Curzi verranno distribuite tra Fanini e Spadoni, annuncia Gaspari.

Escludendo turbamenti nella maggioranza "composta da PD, Sel, IdV, Socialisti, Verdi", mentre "il sacrificio di uno della lista civica sembra quasi scontato e papabile sin dai tempi della stessa nomina". "Il timone è saldo nelle mani del capitano" che non ha bisogno a suo dire dell'aiuto dei consiglieri dell'UdC, di cui il Sindaco afferma non si può essere certi nemmeno più dell'esistenza.

Mentre il Pd cresce e si riconferma il primo partito alle ultime amministrative, con estremo orgoglio di Gaspari, soprattutto per la vittoria di Enrico Piergallini a Grottammare che "garantirà continuità politica a tutti i progetti in cantiere".

Un Pd a dire il vero che probabilmente beneficia dell'unica performance convincente nella tormentata fase della formazione del Governo, quella di Bersani, che a differenza di Grillo e gli altri è sembrata credibile agli occhi degli italiani in un reale intento di misurarsi con le responsabilità di un eventuale legislatura, seppure di transizione.

Un Bersani che, nel prefetto stile socio - politico italiano, paga lo scotto di essere stato il primus inter pares, l'apripista, ruolo che si sa, nel Bel Pase è sempre scomodo. Nel più classico dei copioni tricolore, un leader optimo avanti ai tempi e alla consapevolezza del suo stesso partito, che preferisce compromessi rassicuranti e riscrivibili.