San Benedetto ha bisogno di una nuova etica dell'amministrare per raggiungere un sogno che sia la trasformazione dell'esistente, che si basi su parole antiche, ma di una modernità ineguagliabile, parole come uguaglianza, giustizia, etica, morale, libertà, progresso.

A livello locale si ha l'impressione che la costruzione sia difficile, ma almeno
chi si definisce cattolico deve provarci con tenacia. In questo periodo bisogna fare chiarezza: a destra chi é di destra a sinistra chi é di sinistra. Senza rancore.

E' tempo di creare una nuova alleanza, un nuovo patto fra tutte quelle forze
politiche che con sacrificio si sono adoperate nel condurre la cosa pubblica. Bisogna creare un nuovo feeling con gli elettori e la città tutta.

Chiediamo ai nuovi amministratori di sforzarsi per migliorare quei servizi essenziali per i cittadini: istruzione, disabilità, asili, trasporti, anziani, cultura, ma anche per quanto possibile, aiuti a chi ha perso il lavoro e le indispensabili attività di manutenzione senza aumentare le tasse camunali.

Questi cinque anni sono serviti a capire come non bisogna muoversi alla guida di una città, a creare una base per partire verso nuove ambizioni, consci che il governare é più complesso di quel che può sembrare, di errori se ne commettono, ma l'impegno e la correttezza verso i cittadini devono poter confidare in un progetto che si snodi negli anni. Solo rinnovando noi stessi potremo ottenere quella fiducia dei cittadini ormai da troppo tempo delusi. Persone dal cuore libero e braccia aperte é quanto chiediamo a chi si appresta a partecipare attivamente nella società civile.