Evidenti ripercussioni sulleconomia del territorio Piceno
Fermo | La guerra in Libia "paralizza" quasi 25 mila prodotti esportati delle imprese del Piceno
La guerra in Libia provoca evidenti ripercussioni anche sull'economia del territorio Piceno. La conferma, riguardo gli effetti negativi che la crisi libica sta causando alle attività produttive delle imprese ascolane, arriva proprio dal dato analitico rilevato da uno studio della Confartigianato che va a censire con precisione il rapporto - riguardante tutto il 2010 - sull'esportazione e l'importazione di prodotti in riferimento alla provincia di Ascoli Piceno e la Libia.
Entro tutto l'arco dello scorso anno risultano essere stati 24.915 i prodotti esportati in Libia (senza distinzione di tipologia) dalle imprese del territorio piceno, con un incremento, rispetto all'anno precedente, dell'83,6 per cento. Un dato che conferma la Libia come principale riferimento per le esportazioni dal Piceno verso il Nord Africa, con la Tunisia al secondo posto, l'Egitto al terzo, poi il Marocco e l'Algeria. Decisamente all'opposto, invece, il dato relativo ai prodotti importati, in un anno, proprio dalla Libia, con soli 109 prodotti in un anno, per un incremento registrato del 3,1 per cento. Un dato che, - sostiene la Confartigianato interprovinciale di Ascoli e Fermo - analizzato con attenzione, conferma come sia prevedibile un sensibile impatto negativo, sull'economia Picena, per quel che riguarda l'export verso l'Africa
.Per capire meglio il quadro, va sottolineato che la Libia esporta in Italia principalmente petrolio greggio, prodotti petroliferi raffinati, gas naturale e prodotti chimici. Ed il principale acquirente dell'export libico è proprio l'Italia, verso cui si convoglia il 37,6% del totale delle esportazioni.Per la statistica, la provincia con il maggiore export verso la Libia è Cagliari con 315 milioni, pari al 17,6% dell'export totale verso il paese africano, seguita da Siracusa con 299 milioni pari al 16,7% e Milano con 133 milioni pari al 7,5%.
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23/03/2011
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