Foodinvest, la sorte in mano alla Green Garden?
San Benedetto del Tronto | La "Green Garden" ha depositato un piano industriale presso il tribunale di Ascoli Piceno in data 8 Aprile 2008 e sul documento viene rappresentata la volontà di acquisire l'attività in affitto.
Alcuni operai della Foodinvest
"Dalle notizie che stanno trapelando sul caso Foodinvest, sembrerebbe che l'unica possibilità per dare continuità all'attività produttiva dello stabilimento di Porto d'Ascoli derivi dall'eventuale subentro di una cordata di soggetti il cui capofila sarebbe l'imprenditore di Brescia sig. Pignoletti.
Tale compagine sociale, la "Green Garden", ha depositato un piano industriale presso il tribunale di Ascoli Piceno in data 8 Aprile 2008 e sul documento viene rappresentata la volontà di acquisire l'attività in affitto con l'opzione di acquisto anche dell'immobile con il relativo terreno.
Dalla lettura del suddetto piano emergono una serie di perplessità e preoccupazioni:
1)sembrerebbe che l'interesse prioritario non sia la continuità produttiva, bensì una speculazione edilizia; tant'è che si legge testualmente: " l'attuale terreno con gli immobili, nel caso di acquisto potrebbe essere commutato in superficie commerciale .........."
2)Si fa riferimento ad eventuali appoggi e coperture per tale operazione, delle Istituzioni Locali: "La cosa migliore sarebbe che Comune e Provincia entrassero nel capitale sociale".
3)Appare quantomeno singolare che il Piano sia stato consegnato al giudice, che ci siano stati incontri con l'Amministrazione Comunale di San Benedetto e con esponenti della Provincia di Ascoli Piceno, e non ci sia stato il minimo coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali, visto che tutti sembrano si preoccupino dell'occupazione.
4)Si rileva che l'operazione è condizionata da eventuali accordi con la Nestlè.
Alla luce di quanto sopra sorgono le seguenti considerazioni:
a)il principale interesse è quello di garantire il lavoro a tutti gli attuali 86 dipendenti ed a quelli dell'indotto, a prescindere dall'eventuale nuova proprietà e per tale motivo si auspica una convocazione dei Sindacati a breve, in cui si possa anche verificare la disponibilità di Nestlè a garantire le commesse;
b)le Istituzioni citate nel documento dovrebbero quantomeno garantire la sostenibilità del Piano nel tempo e rendere conto del loro coinvolgimento societario e delle assicurazioni eventualmente date per la trasformazione della destinazione d'uso dell'area, tanto ai lavoratori che ai propri cittadini.
c)Se ci sono stati passaggi istituzionali che hanno avallato tali eventuali impegni, meraviglia anche l'atteggiamento delle forze di opposizione che con il loro silenzio si renderebbero partecipi di tale speculazione.
La scrivente Organizzazione Sindacale ha sin dall'inizio di questa penosa vicenda, denunciato il rischio di una speculazione edilizia sulla pelle dei lavoratori e con l'alibi del mantenimento dell'occupazione.
Onde evitare ciò e per dare una prospettiva concreta allo stabilimento, sin dal mese di ottobre 2007, la Fai Cisl ha spinto per ottenere un'amministrazione straordinaria, sul modello Parmalat e Cirio, trovando fino a qualche giorno fa l'opposizione della CGIL, che puntava al fallimento, a valle del quale sosteneva che poteva esserci una cordata pronta a rilevare l'impresa, e su questa strada aveva diversi alleati.
La prospettiva dell'amministrazione straordinaria, seppur diventata oggi più difficile, rimane, a parere della Fai Cisl, la strada che più garantisce la continuità produttiva dell'intero gruppo Malavolta, ciò non toglie che una proposta di subentro con piano industriale affidabile e che garantisca il lavoro per tutti gli attuali occupati, troverà l'appoggio e il sostegno di questa Organizzazione Sindacale".
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13/04/2008
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