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In memoria delle vittime delle foibe

San Benedetto del Tronto | Le foibe rappresentano un evento drammatico, di efferata violenza, di mai giustificabile condotta, gesti che possono essere compiuti da persone senza valori, privi di morale e dotati di scarso senso di umanità, cioè dei veri e propri criminali.

di Gian luigi Pepa


Le foibe rappresentano un evento drammatico, di efferata violenza, di mai giustificabile condotta, gesti che possono essere compiuti da persone senza valori, privi di morale e dotati di scarso senso di umanità, cioè dei veri e propri criminali.

Alla fine della seconda guerra mondiale, 350.000 italiani abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia dovettero scappare ed abbandonare la loro terra, le case, il lavoro, gli amici e gli affetti incalzati dalle bande armate jugoslave.

Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento di Tito, anche se la contabilità non è precisa si stima 10-15.000 vittime.

Criminali al pari dei nazisti, i comunisti hanno compiuto una pulizia etnica e di discriminazione razziale, il dictat era acquisire le proprietà, occupare le terre da sempre italiane, sin da quando erano province dell'Impero Romano, ove si parlava dialetto veneto, ove il Vate ha compiuto imprese storiche, quindi cacciare ovvero annientare gli italiani.

In quei luoghi i nostri compatrioti avevano costruito città tipiche, secondo il modello urbanistico storico che ci appartiene, erano proprietari di case di famiglia e di immobili, ove esercitavano varie attività commerciali, artigianali, professionali, ove vi erano bambini che andavano a scuola, ove la bandiera tricolore era presente in tutti gli edifici pubblici.

Nelle fosse sono stati spinti, dopo aver subito atroci sevizie, dove gli aguzzini compivano atti atroci, dove si divertivano a sparare sugli inermi, migliaia d’istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo propugnato da Josip Broz meglio conosciuto come Maresciallo Tito.

La loro colpa era di non voler arrendersi ad un regime comunista.

Questo l’evento criminoso, ove nessuna giustificazione è accettabile dalle persone di buon senso e di media intelligenza, anzi è decisamente meschino tentare di creare confusione, di trovare giustificazioni, o minimizzare la tragedia e l’olocausto commesso materialmente dai comunisti slavi, grazie alla connivenza omissiva dei comunisti italiani di Togliatti.

L’aver taciuto per oltre sessantanni, tanto che siamo cresciuti senza sapere nulla o quasi delle brutalità e delle violenze subite dai nostri connazionali, ha aumentato il triste martirio a cui le vittime sono state sottoposte:l’oblio.

La storiografia, lo Stato italiano, la politica nazionale, la scuola hanno completamente cancellato il ricordo ed ogni riferimento a chi è stato trucidato.

A Trieste, la liberazione è coincisa con l'inizio di un incubo, durante i quaranta giorni del terrore in cui le truppe partigiane e comuniste del maresciallo Tito hanno imperversato nella città, torturando, uccidendo e deportando migliaia di cittadini innocenti, o talvolta colpevoli solo di essere italiani o anticomunisti.

Successivamente per nove anni vi è stato un Governo Militare Alleato (americano ed inglese), in attesa che le diplomazie decidessero la sua sorte.

Nell'ottobre del 1954 l'Italia prese il pieno controllo di Trieste, lasciando l'Istria all'amministrazione jugoslava, per arrivare nel 1975 al Trattato di Osimo.

La storia non deve essere falsata o dimenticata, la memoria deve insegnare i valori alle future generazioni.

Quindi è fondamentale, anche se insufficiente, la Legge n.92 del 30 marzo 2004, intitolata «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati.

Si parla tanto di diritti di tutti, ed allora come dimenticare le giuste pretese di quei cittadini, meglio dei loro eredi, che hanno diritto al recupero dei beni immobiliari aviti ed ad un equo risarcimento relativo al danno subito e subendo per la perdita delle attività, degli affetti, all’esistenza in vita e della memoria negata.

A supporto delle ragioni, perlomeno delle proprietà immobiliari, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, con il protocollo addizionale firmato a Parigi il 20 marzo 1952, “Risoluti ad adottare misure idonee per assicurare la garanzia collettiva di certi diritti e libertà oltre quelli che già figurano nel Titolo I della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950, all’articolo 1 tutela la proprietà: “Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno può essere privato della sua proprietà se non per causa di utilità pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.”.

Condizione di giustizia, di democrazia e civiltà per chi crede nei diritti fondamentali inalienabili della Convenzione fatti propri dall’Unione Europea.

Per il momento celebriamo per il terzo anno, ogni 10 febbraio, la Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati, scusandoci per l’omertà di sessantanni.

20/02/2007





        
  



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