Dolori, turbolenze e strategie del centrosinistra
Fermo | Dionea per i Ds e Cognigni della Margherita ormai vicini a lasciare i partiti in favore di liste civiche indipendenti
di Pierpaolo Pierleoni
Ora che il centrosinistra fermano sembrava aver trovato una soluzione dopo mesi di incertezza intorno al nome del proprio candidato alle amministrative, i problemi interni non vedono ancora un termine. Ora sono il consigliere comunale Ds Silvio Dionea e quello della Margherita Alberto Cognigni a sollevare polvere, dividendosi dai rispettivi partiti, o almeno essendo in procinto di farlo. Dionea, ormai separato in casa da diverso tempo, ha reso nota la sua intenzione di aderire ad una lista civica che, lo ha fatto capire, non si collocherebbe a sostegno di Giuseppe Buondonno. Una scelta che, se non indica cambi ideologici (lo stesso Dionea ha precisato di rimanere uomo di sinistra, intenzionato a votare per l’Unione alle politiche) simboleggia invece la perplessità sulle soluzioni politiche cittadine.
Dall’altra parte c’è il consigliere Alberto Cognigni, anche lui deluso, per via di uno “sgarbo” ricevuto dal partito, che avrebbe opposto il veto alla sua entrata in Consiglio provinciale come primo dei non eletti al posto di Giulio Saccuti, dimissionario avendo ricevuto l’incarico di dirigere l’Assam. Un elemento di malumore che probabilmente non basta, da solo, a spiegare la scelta, ormai molto più che probabile, di fondare una lista civica indipendente, che si dovrebbe chiamare “La bilancia”. Cognigni è infatti andato a contraddire il coordinatore fermano del partito, Giuseppe Rossi, sottolineando la sua delusione per il comportamento della Margherita cittadina, che fatta eccezione per Rosalba Ortenzi, lo avrebbe abbandonato.
La coalizione di centrosinistra cerca di minimizzare le divisioni, ribadendo ancora una volta l’importanza di mantenere forte l’unità tra gli alleati. Una strategia di insistenza sulla solidità che probabilmente deriva in gran parte dal ricordo degli errori passati, e di un 2001 in cui proprio la mancanza di affiatamento ed accordo spianò le porte al successo di Saturnino Di Ruscio. La strategia dell’Unione, lo si evince da diverse dichiarazioni degli ultimi tempi, sembra puntare molto a politicizzare le elezioni. Sia nella Margherita che nei Ds, nelle ultime settimane, si è sentito ricordare a più riprese come l’amministrazione Di Ruscio sia una coalizione di destra, per uomini, idee, partiti ed azioni. La percezione comune, specialmente dopo i risultati alle europee, alle provinciali, alle regionali, ed anche alla buona affluenza delle primarie, è che Fermo sia una città orientata al centrosinistra. La stessa Rosalba Ortenzi, consigliere regionale Margherita, nel giorno in cui si proclamò il ritiro della candidatura a sindaco di Mauro Tomassetti, lo espresse chiaramente: “Di Ruscio e la sua giunta sono di destra, Fermo non lo è e per questo dobbiamo riprenderla” disse.
Concetti simili li ha ribaditi il diessino Montanini a proposito della questione Dionea.
L’attuale opposizione punta insomma, per vincere le elezioni, su programmi ed uomini sì, ma forse più intensamente su un voto di appartenenza politica. Nelle questioni cittadine però, accade spesso che sia la fiducia nei singoli, l’affidabilità delle persone a contare più dei marchi di partito. E perdere personaggi simbolo di alcune zone della città, Dionea per Campiglione, Cognigni per Torre di Palme e Marina Parmense, non sembra certo un segnale positivo.
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10/01/2006
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