Da Edgardo Romagnoli, capogruppo An in consiglio comunale, riceviamo e pubblichiamo.

"E’ vero che in politica non esiste limite al pudore, ma che pure Carlo Mancinelli rivendichi la paternità della nuova provincia, sembra francamente troppo.

La fortuna di Mancinelli e di tanti suoi compagni di schieramento è che per questo tipo di paternità non è possibile eseguire il test del DNA, anche se sarebbe stato tanto interessante per il fermano conoscerne i risultati.

Soprattutto alla luce di un fatto. Seguitemi nel ragionamento e nel ricordo: Mancinelli è stato candidato con la lista civica Fermo Città Futura, che appoggiava il candidato sindaco Giorgio Cisbani ed è entrato in Consiglio Comunale per effetto delle dimissioni dello stesso Cisbani.
Ora, si presume che chi si candida a sostegno di un Sindaco ne condivida i programmi e le idee. A questo punto basta avere memoria o, in difetto di questa, rileggersi le trascrizioni degli interventi in Consiglio Comunale per vedere la contrarietà di Cisbani all’istituzione della Provincia di Fermo.

Assodato questo, non si può non chiedere a Mancinelli: se Cisbani fosse stato eletto sindaco e lui probabilmente eletto presidente del consiglio o nominato assessore, per esempio, all’urbanistica, come l’avremmo messa con la questione Provincia?
Poiché è presumibile che il sindaco Cisbani avrebbe potuto avere qualche piccola difficoltà a dire alla maggioranza governativa: "voglio la provincia, però non la voglio" e probabilmente avrebbe delegato proprio Mancinelli a trattare col centrodestra, che però quesi sicuramente avrebbe rifiutato, perché è notorio che lui con i "barbari" non tratta.

A questo punto, l’ultima carta per Cisbani sarebbe stato proprio Di Ruscio, proprio in virtù del fatto che è barbara la maggioranza parlamentare, così come è barbaro il centrodestra fermano.
Ma vuoi vedere che alla fine questi barbari riescono, là dove la superiorità intellettuale della sinistra ha sempre fallito?".