Grandi manovre pare che siano in corso nei sotterranei della politica veregrense. Manovre che ancora non sono emerse alla luce del sole ma i cui scricchiolii si avvertono chiaramente nei corridoi della politica. In quella che riguarda la minoranza di governo, in particolare.

 

Ed anche se non si hanno conferme ufficiale, pare proprio che tali manovre riguardino il partito di Rifondazione Comunista che, dopo la boccata d’ossigeno che ha respirato con l’elezione di un consigliere tra le fila del consiglio provinciale, si è dato la carica per rivendicare un ruolo di maggiore visibilità all’interno di quei banchi di minoranza che paiono sempre più stretti.

 

Stretti per un partito che non sembra poi così contento di essere rappresentata da un capogruppo che non è targato Rc. Quel partito che in occasione della vicenda dell’Eurosportello non ci ha pensato due volte a dare fiato alle trombe per sparare addosso a quegli alleati che – secondo il punto di vista dei militanti del partito di Bertinotti – erano rei di averlo lasciato solo a difendere una proposta che riteneva più che condivisibile.

 

Quella dell’Eurosportello, in realtà, pare proprio che sia stata la vicenda che serviva per il Rc per far emergere un malumore che serpeggiava già da tempo. Forse già al momento di scegliere il candidato per la carica di sindaco. Malumore che aveva portato i vertici del partito a dichiarare “…valuteremo se sarà il caso di creare un gruppo consiliare a se stante”. Ed è proprio questo il nocciolo della questione. Il senso degli ultimi mesi di vita politica “sotterranea” sta tutto qui: la mossa che si sta studiando, secondo quanto si può intendere da indiscrezioni piuttosto concordanti tra loro, è proprio quella di rivendicare un posto di prima fila tra i banchi di minoranza con un capogruppo Rc.

 

E senza voler andare troppo in là con la fantasia appare più che certo, oramai, che quella mossa che Rc ha pronta nel suo cilindro sia proprio quella di costituire un gruppo a se. Non resta che attendere sviluppi e verificarne gli effetti negli equilibri politici di quella coalizione che si era presentata unita e convinta alle scorse amministrative.