Non si può chiudere l'accesso e l'uscita da una strada che fino ad un mese fa era una delle più transitate del territorio, favorendo di fatto la nascita di numerose attività all'interno dell'agglomerato urbano, dando all'intera zona una connotazione di “centro commerciale naturale”.

 

La chiusura dell'incrocio, oltre a sembrare una contraddizione,  penalizzerebbe ancora di più le attività commerciali presenti già messe alle corde dai centri commerciali.

 

Il quartiere per la sua fruibilità necessità di uno sbocco diretto sulla statale.

 

Non si capisce se questa presa di posizione così netta da parte della provincia, senza tener conto delle istanze dei residenti, sia dettata dalla necessità di dover giustificare la realizzazione dello svincolo, per una spesa di svariati migliaia di euro, anziché una semplice rotatoria in sostituzione del vecchio incrocio o per reale convinzione della pericolosità dell'incrocio stesso.

 

Pericolosità che nessuno nega (diminuita grazie all'abbattimento del traffico del  70%) ma nelle dimensioni di tutti gli incroci a raso e delle rotatorie esistenti. Gli incidenti in strade trafficate come le nostre, purtroppo, sono all'ordine del giorno soprattutto in prossimità delle nuove rotatorie di Campiglione e Casette d'Ete.

 

Non più pericoloso di quello scempio di strada provinciale che è la Mezzina e dei suoi incroci: che ne dire delle uscite per Campiglione e Torre San patrizio?

Se si giustifica la chiusura solo per la pericolosità allora andrebbero chiuse tutte le strade provinciali fermane.

Propongo alla provincia di chiudere l'incrocio in considerazione solo dopo aver eliminato tutti gli incroci a raso della Mezzina, allora si sarebbe motivazione ineccepibile. 

 

Si invita la Provincia a tornare sulla sua scelta, magari aggiungendo una segnaletica specifica per indurre l' acceso solo ai residenti ed ai clienti delle attività commerciali e scoraggiare il  transito degli automobilisti di passaggio.

 

Con  un sereno confronto anche con i residenti credo che si possa arrivare ad un nobile compromesso che non scontenti nessuno.