Sopralluogo presso il Torrione di San Benedetto, stamattina, da parte di una delegazione del Comune formata dall’assessore ai lavori pubblici Giovanni Poli, dal dirigente del settore Germano Polidori, dall’architetto Davarpanah Farnush, dal presidente della commissione lavori pubblici Benito Rossi, su sollecitazione del presidente del comitato di quartiere Paese Alto, avv. Patrizia Logiacco, preoccupata per alcune evidenti tracce di umidità che si sono formate lungo le pareti della torre.

Informalmente è stata valutata la possibilità di installare alcune grondaie, per raccogliere l’acqua piovana e indirizzarla all’esterno delle mura.

Pochi giorni fa, peraltro, lo stesso comitato di quartiere aveva indirizzato una lettera al sindaco Martinelli, nella quale si sollecitava l’apertura al pubblico del Torrione: “dopo l’inaugurazione – si legge tra l’altro nella lettera – che risale al 16 marzo 2002, l’apertura è avvenuta in sporadiche e limitate occasioni”.

La Logiacco illustra i contenuti ulteriori della lettera: “dopo l’approvazione del decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, un bene come il Torrione può essere gestito in forma diretta dall’ente proprietario, in questo caso il Comune, oppure in forma indiretta. In questo secondo caso di nuovo secondo due possibilità: o con assegnazione diretta a fondazioni, società, ecc, che siano partecipate in maniera prevalente dal Comune, oppure in forma indiretta, a terzi, attraverso un bando. Nel caso di San Benedetto l’unica società partecipata in maniera prevalente è la Multiservizi”.

Appunto il motivo per il quale nella lettera il “consiglio direttivo [del comitato di quartiere] si dichiara disponibile a coadiuvare la Multiservizi spa nella gestione del Torrione”.