Anche a San Benedetto si è svolta questa mattina una commemorazione dell’armistizio che pose fine alla prima guerra mondiale, il 4 novembre 1918. Presso l’auditorium del Comune, alle 11, sono intervenute le autorità civili e militari e i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, in testa il presidente dell’Assoarma Franco Ameli, che nel suo intervento a conclusione della breve cerimonia ha ripercorso il significato storico di quella data, come ultima fase del risorgimento e della formazione dell’unità nazionale. Presente anche una delegazione di studenti dell’ITC Capriotti di San Benedetto.

 

Il sindaco Martinelli ha riferito dei messaggi pervenuti: da parte del prefetto di Ascoli Destro, del senatore Ciccanti e del presidente della Carisap Malavolta. Quindi ha parlato della ricorrenza “che rafforza il sentimento dell’unità nazionale, in un momento in cui va ripensato il ruolo della guerra, della pace, della democrazia nel mondo e del metodo di soluzione delle controversie internazionali”. Evocato il “cambiamento epocale” costituito dall’abolizione della leva obbligatoria e dal ruolo delle nuove forze armate per una “presenza più forte dell’Europa nel mondo”.

 

Dopo l’intervento del vicepresidente del consiglio regionale Donati (“il 4 novembre è una data fondamentale per la nostra Italia libera e democratica, oggi coinvolta da un terrorismo internazionale che è una trottola impazzita”), ha preso la parola l’onorevole Scaltritti, che ha proposto di mettere il 4 novembre accanto a date come il 25 aprile o al 1 maggio, citando la linea seguita dal presidente della Repubblica Ciampi per rafforzare il sentimento dell’italianità.

 

Quindi l’assessore provinciale alla cultura Olimpia Gobbi: “esprimo gratitudine ai combattenti, pietà per i morti, un sentimento materno verso il milite ignoto. Commemoro quanti caddero per un ideale, ma anche i nostri contadini che partirono non conoscendone le ragioni. Nei rapporti interpersonali la violenza non è legittima. È ora che lo stesso avvenga anche tra Stati. Le forze armate italiane sono al servizio della pace e spero che questo sia il ruolo degli eserciti in futuro”.