L’Ulivo e Rifondazione chiedono la convocazione di un consiglio comunale per conoscere cause e conclusioni della verifica di giunta in corso al Comune di San Benedetto del Tronto. Lunedì 6 settembre verrà protocollata la richiesta; il presidente del consiglio dovrà convocare la seduta entro venti giorni, come stabilito dall’art. 59 del regolamento comunale sul funzionamento del consiglio comunale (con la condizione che la richiesta sia sottoscritta da almeno un quinto dei consiglieri).

Una seconda richiesta verrà inoltrata all’amministrazione comunale ma anche a quella provinciale: promuovere “concrete iniziative di solidarietà a favore dei popoli colpiti dalla guerra e dal terrorismo internazionale, dopo i fatti in Ossezia e per quelli che si susseguono in Iraq”, come spiega il coordinatore comunale dell’Ulivo Giovanni Gaspari. “Un primo segnale in questo senso, prosegue Gaspari, potrebbe essere quello di non tenere la tradizionale cena di gala al termine delle prefinali di Miss Italia.

Secondo il capogruppo di Rifondazione Comunista Settimio Capriotti “era prevedibile che la “guerra preventiva” avrebbe alimentato il terrorismo, mentre la pace può essere perseguita unicamente tramite politiche di pace.”

La decisione di inoltrare le due richieste è stata presa nel corso di una riunione tra i partiti del centrosinistra che si è svolta venerdì 3 settembre, i cui contenuti sono stati illustrati questa mattina, sabato, nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte, oltre a Gaspari e Capriotti, il presidente comunale della Margherita Andrea Manfroni e il segretario dello SDI Giancarlo Vesperini. Manfroni accusa il centrodestra di allontanare i giovani e le persone dalla politica, mentre Vesperini auspica un ritorno al ruolo dei partiti, “che sono le strutture naturali per fare politica.”

Dice ancora Gaspari: “nel corso del 2004 sono stati portati a termine appena due consigli comunali sui sette convocati. Di recente tutti si aspettavano la cacciata di Sestri dalla giunta, invece l’incarico è stato tolto a Pompei. E non pare neppure escluso che si ripeta un “caso Lorenzetti”, ovvero un rientro clamoroso di Pompei in giunta, come accaduto in passato appunto con Lorenzetti. Non è la prima volta che iniziano con gli insulti e finiscono a tarallucci e vino. Chiediamo quindi che si renda conto alla città della litigiosità del centrodestra, del continuo passaggio di consiglieri dalla maggioranza all’opposizione. Comportamenti dovuti soltanto ad insipienza politica o dovuti a ragioni indicibili?”