Sdraio e ombrelloni tornano in piazza per accompagnare la protesta dei concessionari aderenti alla Fiba Confesercenti che mercoledì mattina alle 10 saranno davanti al palazzo della Regione ad Ancona per incontrare i presidenti della Giunta, del Consiglio e dei gruppi consiliari regionali.

"Chiediamo - ha spiegato questa mattina il presidente provinciale della Confesercenti Nino Capriotti nel corso di una conferenza stampa - la corretta applicazione della legge sui canoni demaniali attraverso la classificazione, da parte delle Regioni, di tutta la costa italiana e l'eliminazione di utilizzazioni abusive, anche in area di notevole valenza turistica e che i fondi introitati dal pagamento dei canoni demaniali vengano stornati alle Regioni con il vincolo
della destinazione d'uso per la difesa della costa".

La protesta dei concessionari è motivata dal fatto che sulla categoria sembrano non incidere solamente i rincari previsti dal Govenro, ma anche il fatto che le Marche siano una dlele poche regioni ad aver classificato le spiagge prevalentemente in categoria B.

"In molte regioni - ha spiegato ancora Capriotti - la classificazione non è stata effettuata e conseguentemente i concesisonari pagano la categoria C, la più bassa, anche quando la spiaggia è di grande valore. Vi sono situaizoni ancora più assurde: tratti di spiaggia, anche di notevoli dimensioni, utilizzate senza pagare il canone di concesisone. A questo punto appare evidente che l'aumento del 300% previsto dal Governo andrebbe a colpire maggiormente i
concesisonarid elle Regioni, come le Marche, che hanno classificato le proprie coste".

In attesa della manifestaizone di mercoledì prossimo, la Fiba Confesercenti ha fatto sapere che la battaglia contro gli auemtni dei canoni ha già ottenuto una vittoria importante: il Govenro ha infatti proposto, negli emendamenti della Legge Finanziaria, di congelare fino a giugno 2004 i rincari del 300%.
"Cosa - ha sottolineato il presidente provinciale dlel'associaizone di categoria - resa possibile grazie anche alla sensibilità dei parlamentari di tutti i partiti".