Le cifre registrate lo scorso anno sono ciò che "sta scritto", sicché più di cinque milioni di euro sarebbero anche per quest'anno gli incassi in ballo per i commercianti del centro di San Benedetto per sabato 1° novembre: giorno di chiusura dei negozi secondo quanto deciso dal sindaco di San Benedetto Martinelli e giorno irrinunciabile appunto per i commercianti.

Oggi, giovedì 30 ottobre, si sono registrate ulteriori prese di posizione. Settimio Capriotti (Rifondazione Comunista), presidente della Commissione Attività Produttive, raccoglie le lamentele degli esercenti e rimprovera all'assessore al commercio di non aver attivato la Commissione prima di decidere (o meglio: prima di fornire il proprio orientamento alla giunta e dunque al sindaco). Al tempo stesso Capriotti sostiene che le esigenze poste dai sindacati per il 1° novembre potevano essere "dirottate" sul giorno 26 dicembre (per il quale è attualmente prevista l'apertura dei negozi).

Scambiare l'apertura di sabato 1° novembre con quella del 26 dicembre sembra essere anche il compromesso al quale sono disposti gli stessi commercianti, oggi di nuovo in Comune per ottenere soddisfazione alla loro richiesta.

Luigi Loggi, titolare di alcuni noti negozi di scarpe, sintetizza la sua amarezza: "e dire che abbiamo votato questi amministratori perché avevano scritto nel programma che avrebbero rivitalizzato il commercio nel centro cittadino!". Michele Galasso (negozio di abbigliamento) parla di "politici che non sfruttano le potenzialità di San Benedetto" e di "stasi amministrativa". Vero Bruni (abbigliamento) risponde a Lorenzetti, che aveva accusato i commercianti di disinteresse nei confronti della programmazione del commercio (per non aver partecipato ad un incontro lo scorso 29 settembre), assicurando di non aver ricevuto alcuna convocazione.

Anche Vincenzo Amato (abbigliamento), uno dei delegati dei commercianti del centro, smentisce l'assessore, ma a proposito della presunta "defezione dalla causa" dei commercianti di via XX Settembre: "non è vero che non vogliono più l'apertura per il 1° novembre". E taglia corto: "la normativa vigente dice che i negozi possono comunque restare aperti in concomitanza di qualsiasi evento pubblico. Basterebbe organizzare un paio di eventi e il problema sarebbe risolto. A Grottammare, in ogni caso, sappiamo che la deroga è stata concessa sia per il 1° che per il 2 novembre. Lorenzetti dovrebbe davvero dimettersi".

Per domani, venerdì, si attende l'epilogo della vicenda: o un clamoroso ripensamento da parte del sindaco, o la paventata perdita dei 5 milioni di euro.