Terra: è la terra che rassicura il naufrago, è la terra che cerchiamo quando al buio perdiamo i punti di riferimento e se "casca la terra, tutti giù per terra".
Quando ci "sporchiamo" con la terra non ci sono colti e ignoranti, poveri e ricchi, abili e disabili. Siamo uguali, siamo terra, siamo fango, lo stesso da cui tutto ha avuto inizio, lo stesso che ancora genera e sostiene la vita.

Ecco perché una serra, già luogo inclusivo, già grembo tiepido e accogliente, è stata per tre studenti con bisogni educativi speciali, l'ambiente dove sperimentare la dignità del lavoro. Non tanto come fonte del guadagno ma come sorgente della soddisfazione di avere un proprio ruolo, di portare a termine un compito e sapere che sarà utile a chi verrà dopo, di creare ordine e sentirsene capaci.
  
Fatica e una sana convivialità, fatta di pizza e ciambelloni, passeggiate, aria aperta e l'improvvisata a quell'amico che ha terminato la scuola ma abita proprio qua vicino.
Paola della Fabbrica dei Fiori ci conosce, osserva uno a uno i ragazzi e sa che compiti assegnare loro, in base alle loro capacità e alle necessità della serra e ognuno ha il suo posto, il suo ruolo, il suo ritmo, senza ansia, con la certezza che anche un solo vasetto preparato è importante.

Ognuno trova il suo modo, la sua strada: del resto ogni foglia in natura cerca la via verso il sole e le curve che disegna dipendono dalle condizioni in cui si trova. Ma per tutti la meta è una.

I rami degli alberi sono lo sforzo senza fine della terra di comunicare con il cielo (Tagore)