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La mistica forza di un luogo sacro: il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata

San Benedetto del Tronto | Ai piedi del Gran Sasso, sorge un luogo avvolto dal misticismo e dal silenzio: è il santuario di San Gabriele dell’Addolorata, meta di continui pellegrinaggi.

di Elvira Apone

il santuario di San Gabriele a Isola Gran Sasso

Ai piedi del Gran Sasso, nel comune di Isola del Gran Sasso, in provincia di Teramo, sorge il santuario abruzzese di San Gabriele dell'Addolorata, un luogo avvolto dal misticismo legato alla figura del santo morto in giovanissima età, a soli ventiquattro anni, e immerso nella quiete di un paesaggio naturale che invita, a sua volta, al silenzio e alla meditazione. Oltre al convento dei frati Passionisti, dove il santo operò e morì nel 1862, il complesso comprende sia l'antica chiesa, innalzata nel 1908 proprio in onore di San Gabriele, sia quella nuova, costruita nel 1970 in cemento armato, vetro e acciaio e aperta nei giorni festivi per accogliere i numerosissimi pellegrini.

 

L'attuale santuario fu fondato originariamente da San Francesco d’Assisi intorno al 1215, ma nel 1809 venne abbondonato dai suoi seguaci a causa della soppressione degli ordini religiosi del periodo napoleonico, per poi passare ai Passionisti. Dell’edificio originario sono rimasti il "Pozzo di San Francesco", il refettorio e il chiostro, con i portali in pietra del XVI secolo e con diversi affreschi raffiguranti scene di vita del santo risalenti al XVII secolo. La chiesa ha una pianta basilicale, una facciata monumentale con un doppio gruppo di colonne disposte a triangolo, un’entrata di marmo con tre portali, di cui il centrale è sormontato da un architrave in stile tempio greco con dipinto San Gabriele attorniato dagli angeli. L'interno è a tre navate con aspetti barocchi, mentre le colonne sono decorate da capitelli ionici. L'urna con i resti mortali di San Gabriele dell'Addolorata, invece, un tempo conservata nella vecchia chiesa, è stata trasportata nella cripta del nuovo santuario, una costruzione a croce greca con soffitto ligneo e tre entrate, ed è stata inaugurata nel 1985 da papa Giovanni Paolo II.

 

Forse non è semplicemente un caso, ma, al contrario, un imperscrutabile disegno divino, il fatto che anche San Gabriele, nome che scelse lui stesso dopo avere pronunciato i voti ed essere entrato nell'ordine dei Passionisti, fosse nato ad Assisi e si chiamasse, in realtà, Francesco. E con il patrono nazionale, conoscendone la breve ma intensa e commovente storia, sembra aver avuto in comune quell’umiltà e quella spontaneità con cui riusciva ad ascoltare e a comprendere gli altri, a stare dalla parte dei più deboli, a saper apprezzare le cose vere e semplici della vita. E, forse proprio per questa sua straordinaria vicinanza agli altri, è riuscito miracolosamente a creare un filo indissolubile grazie al quale, nonostante una sorte crudele gli abbia fatto abbandonare troppo presto la vita terrena, ha continuato sempre ad aiutare chi ne avesse bisogno, compiendo miracoli che hanno salvato la vita a tantissima gente.

 

E sono queste persone, di ogni età e provenienza, ad aver lasciato un segno della loro riconoscenza al Santo: reliquie, doni, biglietti, lettere che tutt’oggi adornano le stanze accanto al santuario, a testimonianza dell’opera fattiva, reale e concreta che questo Santo ha realizzato e continua a fare in soccorso di chi soffre a causa di malattie, incidenti, infermità. E questo luogo, sacro e silenzioso, disturbato soltanto dagli ovattati bisbigli dei visitatori che, riverenti e pieni di fiducia, si addentrano in questa sorta di Paradiso in terra, invita alla preghiera e alla riflessione, abbraccia fedeli e non con il calore di una forza misteriosa e profonda che qui dimora, con il potere di un amore che lo alimenta e lo mantiene vivo.E questa vitalità, questa presenza forte e instancabile del santo si percepisce, si sente in ogni angolo, si avverte nell’aria e tra le pareti di queste stanze consacrate dall’alito vivificatore di un uomo che, oltre la propria esistenza terrena, ha continuato e continua a vivere, operando il bene.

 

 

Meta di continui e incessanti pellegrinaggi da parte di giovani, adulti e anziani, il santuario di San Gabriele dell'Addolorata è ormai un punto di riferimento importante non solo per i credenti, ma anche per tutti quelli che cercano pace e tranquillità, per chi, a volte sfiduciato e stanco, è alla ricerca di una nuova speranza, di una strada da imboccare, di un percorso da intraprendere. E se anche non dovesse ottenere qui tutte le risposte che cerca, troverà, però, sicuramente, la serenità necessaria per guardare di nuovo alla vita con amore e coraggio, come l’esempio di San Gabriele ha saputo insegnarci.

25/09/2017





        
  



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