Nell’ultimo week-end di maggio i dati Istat parlano di nuovo ossigeno per l’economia italiana. L’Italia sembra aver svalicato il guado della recessione e della deflazione: nel primo trimestre del 2015 il Pil è aumentato dello 0,3% rispetto all’ultimo trimestre del 2014 (il rialzo maggiore degli ultimi 4 anni) e, nel mese di maggio, l’indice dei prezzi al consumo è tornato a salire al +0,2%, rompendo così quattro mesi consecutivi di deflazione. Il ministro del’Economia Padoan e il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco parlano di dati incoraggianti, forieri di un’ulteriore crescita da attendersi per l’ultima parte dell’anno.

Siamo veramente all’alba dell’uscita dalla crisi? Questo il tema della Tavola Rotonda organizzata dall’Associazione Culturale “I luoghi della scrittura”, condotta da Roberto Ippolito, scrittore e giornalista, alla quale hanno partecipato Valerio Castronovo (editorialista de “Il Sole 24 Ore” e docente alla Luiss e all’Università di Torino), Alessandro Barbera (“La Stampa”), Antonio Belloni (“il Foglio”, “Milano Finanza” e “Linkiesta.it”) e Marco Bettiol (ricercatore di economia e docente di internet marketing presso l’Università di Padova), e alla quale hanno assistito gli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale  Augusto Capriotti di San Benedetto del Tronto.

Sono dati ancora troppo “fragili”, afferma Castronovo, per acclamare ad una vera ripresa, che offrono, tuttavia, la possibilità di tracciare le linee del nostro attuale scenario economico in termini di criticità e di chances.
Impossibile ipotizzare una vera crescita senza la risoluzione di problematiche strutturali quali l’inefficienza della Pubblica Amministrazione, il debito pubblico, la disoccupazione e la conseguente insostenibilità del sistema pensionistico e dell’istruzione. Impossibile senza una politica organica per il turismo e un processo di rivitalizzazione del Mezzogiorno e delle PMI, ancora poco competitive e scollegate dalla Borsa.

Quali invece le chances, le opportunità da cogliere nell’immediato?
Ancora una volta il made in Italy. La manifattura è il vero elemento distintivo dell’Italia, nell’eccellenza delle 4 A: alimentari, abbigliamento, arredamento, automobile (da sottolineare, tra i dati positivi, il boom del settore automotive, per il quale ad aprile 2015 si registra una crescita del 24,2% rispetto allo stesso mese del 2014).
Al 2014 risulta che le ricerche in internet  a livello mondiale rispetto ai prodotti italiani sono aumentate del 12%, spingendo Google a realizzare un portale esclusivamente dedicato al tema.

Un Paese a vocazione esportatrice, quindi, in cui l’export pesa tuttavia solo il 28-30% sul PIL (48% in Germania).
Estremamente carente, in tal senso, la maggior parte delle imprese italiane: bassissima la propensione al digitale e ai mercati internazionali.
Per questo, missione dei giovani è quella di investire la propria creatività e le proprie energie nella formazione sull’export, nell’obiettivo di creare un vero ponte verso l’internazionalizzazione.

Se l’Italia non ritroverà il senso della competizione il sopravvento dei Paesi emergenti (arabi, orientali) diventerà incontrastabile. Questa la sfida per le nuove generazioni, chiamate, purtroppo, a cavalcare queste onde in autonomia e dietro la spinta delle proprie individuali risorse.

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