Il PEER TUTORING come buona pratica interculturale
Grottammare | Il Dirigente Scolastico dell'I.C. “Leopardi” di Grottammare è stato invitato, dal responsabile degli Uffici I e VI del MIUR di Roma, a coadiuvare la presentazione del progetto “Formare attraverso il peer tutoring orientando scelte consapevoli”.
Peer Tutoring
Nell’a.s. 2012/13, su progetto elaborato nell’Istituto Comprensivo “Giacomo Leopardi” di Grottammare, Scuola Capofila di nove istituti scolastici del Piceno tra Suole Secondarie di primo e secondo grado, coordinato dal Dirigente Scolastico prof. Maurilio Piergallini, si è svolta una sperimentazione basata su di una metodologia formativa innovativa, il peer tutoring, avente lo scopo duplice di migliorare il rendimento scolastico degli alunni (con riguardo a coloro che scontano uno svantaggio “strutturale” sul piano del successo formativo, cioè gli alunni con cittadinanza non italiana) e di abbattere alcune barriere psicologiche e sociali tra minori autoctoni e di origine immigrata, ostacoli alla buona interazione e convivenza scolastica.
Il progetto è stato realizzato da novembre 2012 a giugno 2013, in orari extracurricolari, ed è stato sostenuto economicamente da fondi del MIUR. L’équipe di ricerca composta, oltre che dal Dirigente Scolastico dell'I.C. “Leopardi” di Grottammare, dalla prof.ssa Maddalena Colombo dell'Università Cattolica del Sacro Cuore (Brescia) e dalla dott.ssa Mara Clementi della Fondazione ISMU (Milano) ha accompagnato le attività con opportuni strumenti di rilevazione. Il peer tutoring si è rivelato essere una “buona pratica” in un ambiente variegato culturalmente. Il Progetto viene presentato a Milano, dal 5 al 7 novembre 2014, come pratica formativo-sperimentale di successo dal ricercatore Dott. Paolo Barabanti, Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia coadiuvato dal Dirigente Maurilio Piergallini.
Il percorso sperimentale, ha dichiarato il Dirigente Scolastico dell'I.C. Di Grottammare, ha mostrato fin qui la sua complessità e la sua innovatività: progetto complesso, per il numero di attori coinvolti (nove istituti) e innovativo, per la sua collocazione extracurricolare in stretta convergenza con gli obiettivi di integrazione scolastica (successo formativo e buona convivenza inter-etnica) che spettano alla scuola pubblica, quale veicolo di cittadinanza e di inclusione. Esso non merita solo il giudizio di validità in quanto pratica che si è realizzata secondo gli intenti, ma anche quello di efficacia, in quanto ha permesso di conseguire i risultati attesi. L’esperienza sembra avere insegnato a tutti qualcosa, tanto da voler essere replicata senza incertezze.
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07/11/2014
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