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Media ed effetto emulzione: mito o verità?

San Benedetto del Tronto | Dopo qualche giorno dalla notizia del ragazzino di Napoli seviziato col compressore, un'altra sevizia simile, stavolta a Pinerolo, provincia di Torino, dove un ragazzo di 15 anni sembra sia stato sodomizzato dagli amici in palestra con attrezzo sportivo.

di Antonella Baiocchi

Sono in molti a chiedersi se si tratti solo di coincidenza, oppure se abbia influito anche il cosiddetto effetto emulazione. Ma i media hanno davvero la capacità d’influenzare la ripetizione di comportamenti per il semplice fatto di annunciarli? Pur essendo difficile dimostrare il nesso causale tra l’annuncio di certi eventi e l’aumento della loro ripetizione, è però evidente ad ogni profano (ci basti ricordare l’ondata di ‘sassi lanciati dai cavalcavia’) che qualcosa del genere debba per forza intervenire. Ebbene, la risposta la risposta è ”Sì”. Il fenomeno dell’emulazione esiste ed è stato studiato da molti autori. Si tratta di un inquietante fenomeno, noto come Effetto Werther (termine, coniato dal sociologo David Phillips), che prende il nome dal romanzo di J. W. Goethe, I dolori del giovane Werther in cui il protagonista, dopo una delusione d’amore, sceglie il suicidio come mezzo per sfuggire al dolore.

In seguito alla pubblicazione di questo libro si assistette in tutta Europa ad un’ondata di suicidi di dimensioni tali da rendere evidente che alla base ci fosse una sorta di emulazione delle gesta dell’eroe del romanzo. I governi di alcuni paesi si persuasero addirittura a vietarne la pubblicazione. Analoga reazione si ebbe in Italia nel 1802, dopo la divulgazione del romanzo di Ugo Foscolo Le ultime lettere di Jacopo Ortis. J. A. Motto mise in luce che in alcune persone dalla mentalità particolarmente fragile, si attiverebbe una sorta di ‘identificazione’ nei confronti degli autori di particolari atti. Secondo questo studioso, la notizia mediatica avrebbe la potenziale facoltà di ‘slatentizzare’ (portare in superficie e mettere in atto) i propositi reconditi di alcune persone. Personalmente credo che la notizia mediatica abbia un potere ancor più grande: non solo di slatentizzare propositi reconditi (cioè per certi versi già esistenti nella persona) ma anche di innestarne di nuovi, altrimenti non esistenti neanche in stato embrionale.

E’ risaputo infatti, che l’Essere Umano è un animale sociale che apprende attraverso l’ambiente. L’ambiente modella la mente ‘così come un contadino modella un terreno’: lavora il nostro ’terreno psichico’, nutrendo o affamando ‘semi’ già presenti (le cosiddette predisposizioni) ma anche innestando ‘semi’ nuovi, che quel terreno non avrebbe altrimenti spontaneamente posseduto. Ricorrendo, per descrive l’Essere Umano, alla metafora del computer (in cui l’hardware è il meccanismo organico/corpo e il software è la psiche/mentalità) ciò che ho appena affermato sta a significare che la mentalità di una persona (ciò che crede essere bene e male, giusto ingiusto, possibile impossibile, etc., etc.) è determinata in gran parte dall’ambiente in cui vive. La qualità della mentalità determina la qualità dei comportamenti (per comportamenti, in sintesi massima, si può intendere le azioni verbali e non verbali, le emozioni, i desideri-bisogni-esigenze, etc.). Ogni comportamento (compreso anche il suicidio e gli scherzi estremi come il seviziare con un compressore o con un attrezzo sportivo) è coerente infatti, con la mentalità sottostante dell’individuo che l’ha messo in atto.

In altre parole: ogni comportamento è coerente con “ciò che si pensa”. Più l’ambiente è convincente più sono alte le probabilità che riesca a plasmare la psiche di una persona (cioè a “farla pensare in un certo modo, piuttosto che in un altro”). Più la persona ha la ‘psiche fragile’ più sarà condizionabile e manipolabile: tenderà, cioè, ad usare in modo ‘acritico’ le azioni degli altri, al fine di decidere cosa è appropriato fare e dire, specie quando percepirà gli altri ‘convincenti’, cioè autorevoli o simili a sé (simili, ad esempio, per condizione sociale, o per situazione problematica, o per situazione emotiva). Si innesca una sorta di: “Se l’ha fatto lui vuol dire che si può fare”!

Più la persona ha la ‘psiche forte’ più resisterà al condizionamento e alla manipolazione. Condizione necessaria, quindi, affinché il condizionamento si verifichi è la fragilità della psiche. È risaputo che la psiche è particolarmente debole in alcune fasce di età:
• senz’altro nell’infanzia. La cronaca narra di numerosi episodi in cui i bimbi, nel tentativo di imitare i propri eroi televisivi, hanno compiuto azioni pericolose: salti nel vuoto da palazzi, minacce con armi ai famigliari, tentativi di guida su un veicolo e altri episodi.
• Ma anche nell’adolescenza, in cui la tendenza imitativa è mediamente più alta e può quindi esserci un rischio maggiore dell’innesco di una catena emulativa.
• E nell’anzianità, in cui le scene aggressive tendono a gravare sul senso di insicurezza delle persone già indebolite dalla solitudine e dalla consapevolezza della propria eventuale fragilità fisica.

Comunque, indipendentemente alle fasce di età, può essere considerata ‘fragile’ la psiche di qualsiasi persona affetta da quello che io chiamo Analfabetismo Psicologico: che non ha, cioè, la conoscenza e la padronanza della propria psiche. Ricorrendo ancora alle mie ormai note metafore, non avere ‘la conoscenza e padronanza adeguata della propria psiche’ equivale a ‘non conoscere i punti di forza e debolezza della casa in cui si abita’: ciò significa che chiunque può entrarci in casa, passando attraverso varchi di cui ignoriamo l’esistenza. Chi è affetto da Analfabetismo Psicologico ha aderito, ad esempio, a credenze ‘tossiche’ del tipo “la maggioranza ha ragione, chi ha potere ha la verità, ciò che viene gridato ed esaltato è senz’altro giusto ed importante, etc.” che l’indurranno ad aderire in modo acritico a quanto gli arriva dall’ambiente (attraverso questi ‘varchi’ l’ambiente ‘entra nella nostra mente’, cioè ci ‘convince’).

Se nei media prevalesse il culto della notizia positiva, non ci sarebbe certo da preoccuparsi: gli emulatori riguarderebbero prevalentemente azioni e personaggi costruttivi come Santi e benefattori (ad esempio, Madre Teresa o Martin Luther King, Ghandi, etc.). Ma nei media prevalere il culto maligno della notizia, che molto spesso, viene riportata in una maniera che esalta il percolo di emulazione: in modo sensazionalistico, con caratteri di scoop o romanticizzando l'evento. In merito al modo in cui si riporta la notizia, la prestigiosa rivista the Lancet Psychiatry a maggio di quest’anno, ha pubblicato un articolo2 alcuni suicidi, descrivendone minuziosamente i dettagli, potrebbero scatenare casi di emulazione negli adolescenti. È chiaramente difficile dimostrare il nesso causale, ma i ricercatori spiegano che è molto probabile un ruolo di ‘innesco’ da parte della copertura mediatica, così come anche da parte di internet e dei social forum.

Il presidente di Eta Meta Research, dott. Trovato, mette in guardia in merito alla tendenza dei mass media, al fine di fare audience, ad esasperare le notizie negative, condendole con un linguaggio forte ed evocativo: in questo modo, non solo si trasmette un'immagine esasperata della realtà , ma si spinge a credere che la violenza sia normale. A questo proposito la psicologa Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dell’età evolutiva all’Università della Sapienza di Roma sottolinea i seri pericoli per l’equilibrio dello sviluppo psichico dei minori: “Il continuo sottoporre i bambini alla violenza resa in maniera realistica, li A Los Angeles, dopo la morte di Marylin Monroe, vi fu un’impennata del 40% nel numero di suicidi.
http://www.thelancet.com/journals/lanpsy/article/PIIS2215-0366%2814%2970225-1/abstract.

” L’esistenza di fenomeni emulativi dovrebbe condurre i media a una riflessione profonda sui pericoli che questo bombardamento di negatività può creare nelle menti fragili. I genitori, nell’attesa che cambi ‘la cultura della notizia maligna’ possono intanto fare la loro parte: vigilando sulla qualità dei giochi interattivi su cui i figli si intrattengono, limitare la navigazione selvaggia nel web, supportare i loro figlio durante la visione di certi cartoni e film, limitare (non vietare!) il tempo che essi dedicano al bombardamento mediatico. E, naturalmente, attivarsi personalmente, per acquisire attraverso professionisti davvero preparati, competenze adeguate per poter essere Educatori Efficaci, capaci di promuovere nei figli ‘menti forti’ non facilmente condizionabili.

22/10/2014





        
  



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