Franco Ambrosetti nel mondo di Roberto Livraghi
San Benedetto del Tronto | Franco Ambrosetti & Dado Moroni "Quando m'innamoro...in duo"
di
Franco Ambrosetti Dado Moroni
"Quando m'innamoro...in duo"
E' un peccato che bisogna sempre invecchiare per capire una canzone. Anche, a volte, la più banale che poi banale non lo è mai. E ci ritrova come il grande Franco Ambrosetti, eccelso e raffinato trombettista del nostro jazz (in realtà è svizzero), a prendere in considerazione il repertorio di Roberto Livraghi un autore chiuso nel cassetto ed etichettato come leggero o banale, che poi banale non lo è. E così escono nuovamente dai silenzi le note di "Quando m'innamoro" che a Sanremo fu presentata nel 1968 da Anna Identici. All'estero se ne accorsero subito e quel brano ottenne fuori dai confini italiani un bel successo mentre da noi fu relegata tra le pareti del mondo di canzonette.
A Roberto Livraghi e ad un prezioso repertorio che spesso il jazz soltanto è in grado di leggere a fondo e di rivalutare, Franco Ambrosetti, con l'aiuto della delicata, puntuale e sapiente tastiera di Dado Moroni, rende omaggio con un songbook di 11 brani che diventano veri e propri standard nell'elegantissima rilettura dei due musicisti. C'è un calore intenso in queste composizioni che mancano del sostegno della parola, come nel caso di "Mae ben" di Giorgio Clabrese o "Mea culpa" il cui testo arriva dalle liriche di Paul Geraldy o l'apporto svanito di un grande Leo Chiosso ("Coriandoli" e "Verrai, verrai, verrai"). Laddove Livraghi pensa senza parole volano nell'aria le note di una melodia fantastica come "Waltz for B" (bella citazione ma solo di pensiero di Bill Evans e della sua straordinaria capacità di innovazione) nella quale il duo si esalta davvero lasciando spazi importanti per ciascuno strumento e determinando un flusso continuo di emozione che Ambrosetti gestisce in maniera notevole e con una carica davvero efficace.
Dai vari cassetti del tempo Franco Ambrosetti sceglie anche una canzone di Livraghi che avrebbe da sempre voluto far cantare a Mina, "Se questo fosse un grande amore", ma quello stesso amore non è mai stato corrisposto dalla Tigre di Cremona sempre in cerca di ringiovanimenti fasulli e non di cardini eterni fissati su un motivo senza tempo. C'è molto brio negli anni Sessanta di Leo Chiosso riletti dalla tastera scattante e nervosa di Moroni sul "pizzicato" di fiato di un talentuosissimo e sempre giovane Ambrosetti ma c'è anche la magistrale rilettura di "Maria" (l'originale era del 1958) bella canzone di Livraghi -e suo primo successo di carriera- per la voce fumosa e roca di Don Marino Barreto Jr. che fa il paio con un'altra meno nota e bellissima come "Riproviamoci" (con il colore di "Stringimi forte i polsi") cui Lina Sotis aveva aggiunto un bel testo.
Un disco davvero bello, importante e originale per la banalità delle canzoni, che poi banali non lo sono mai.
Voto 8/10
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28/06/2014
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