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Scritte sui muri offensive..figlie e figliastre?

San Benedetto del Tronto | Come mai nessuno ha mai notato o preso un provvedimento per l’imbratto di cui alla foto che, in via Calatafimi a mia memoria, credo da non meno di quattro anni fa brutta mostra di se.

di Sabrina Cava

via Calatafimi

Proprio pochi giorni fa è apparsa una scritta chiaramente omofoba.

Sui muri bianchi di un noto negozio di abbigliamento di San Benedetto, nottetempo qualche “vigliacco”, munito di bomboletta spray ha pensato male di scrivere “frocio”.

La città si è mossa scossa da questo gesto e con la volontà precisa di dissociarsene .

Numerosi post su Fb hanno stigmatizzato l’accaduto.

L’ episodio deprecabile ha avuto talmente tanta risonanza da comportare anche un intervento dall'onorevole di Sel, la pesarese Laura Riciatti, che con una nota pubblica ha dichiarato “Imbrattare un negozio di abbigliamento con scritte omofobe è un gesto vile che necessità di una ferma reazione da parte delle istituzioni e della città. In questo periodo assistiamo a diversi gesti di intolleranza. È importante che chi ricopre ruoli istituzionali faccia sentire la propria voce, ma lo é altrettanto che l'intera città faccia sentire la propria vicinanza a chi subisce gesti di questo tipo, esprimendo solidarietà. Non ho dubbi che San Benedetto saprà fare la propria parte».

Ora, considerando che,  imbrattare è già da solo  un gesto vile anche se non accompagnato da scritte offensive e per le quali le autorità dovrebbero fare in modo che queste non accadano, mi chiedo come mai nessuno abbia mai notato o preso un provvedimento per l’imbratto di cui alla foto che, in via Calatafimi a mia memoria, credo da non meno di  quattro anni fa brutta  mostra di se.

Considerato il risalto che giustamente è stato dato alle scritte omofobe in via Balilla mi chiedevo, questa scritta come la possiamo definire xenofoba, razzista , intollerante, discriminatoria , e anche se rivolta agli "amati " cugini è normale che nessuno ne parli?..siccome mi sono risposta che, no non è normale, allora ne parlo io. 

 

30/01/2014





        
  



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