Presentato stamattina in Comune  lo studio sullo stato della marineria e della flotta sambenedettese. L'assessore alle politiche del mare Fabio Urbinati, portando anche i saluti l'on. Luciano Agostini,  trattenuto a Roma per bizze legate all’approvazione della Legge di Stabilità, ha introdotto il redattore e relatore dello studio  Nazzareno Torquati.

“C’è da chiedersi”, afferma Torquati, “come mai dopo dieci Piani triennali per la pesca, ventisei fermi biologici ed oltre 4 miliardi di euro spesi in questo settore negli ultimi venticinque anni ci ritroviamo con il dimezzamento della flotta, il dimezzamento degli equipaggi, il dimezzamento del pescato e il raddoppio della dipendenza dall’estero per una bilancia negativa di oltre 3 miliardi di euro annui, con il mondo della ricerca fermo e ignorato”.

Un disastro che trova alcune risposte proprio nella politica al quale questo studio principalmente è rivolto.

La causa è da ricercare nella mancanza di un Piano Strategico di settore di lunga durata sia da parte del Governo centrale che dalla Regione alla quale è stata girata la competenza senza che quest’ultima però abbia agito per far fronte alle emergenze con un piano di riordino e ammodernamento del settore, anzi, si è assistito ad una sempre maggior delegatio  verso le associazioni di categoria che da decenni sono ferme nelle loro iniziative e nei loro dirigenti, associazioni che non hanno investito i fondi messi a disposizione della UE, si parla di oltre 900 milioni di euro dal 1988 al 2007, per la ricerca scientifica ma che di fatto si sono, ognuna per proprio conto create una piccola società di ricerca a cui dirottare i denari, questo quanto emerge dallo studio.

Parole forti, dure, spietate per sostenere un settore che rappresenta insieme al commercio la maggior fonte di guadagno per la nostra realtà.

Se il turismo rappresenta solo il 4% delle entrate per il nostro territorio, il restante è rappresentato proprio dalla pesca, dal suo indotto e dal commercio.

Occorre specificare, diversificare,  lavorare sul biologico, “rottamare” insomma, demolire il settore per ricostruirlo ex novo, dotarlo di  imbarcazioni nuove e più moderne, quelle che abbiamo sono obsolete, rinnovare e dare maggior vigore alla ristorazione nostrana, legata alla pesca ma ancora ferma ai “vecchi antipastini” di 30 anni fa.

Una buona notizia proprio dell’altro ieri fa sapere  Urbinati, l’approvazione del FEAMP che va a sostituire il vecchio FEP e lo stanziamento di oltre 6 miliardi e mezzo di euro per l’intera Europa e la possibilità per il settore di avvalersi di assunzioni agevolate di giovani da utilizzare per due terzi a bordo e per il restante da destinare alla formazione.

Uno studio conoscitivo utile ad ogni sambenedettese interessato al settore storico che ci rappresenta che è e deve rimanere la nostra identità e che stando così le cose rischia di scomparire per sempre ma,  anche uno studio certosino che  richiesto oltre due mesi di lavoro, rivolto alla politica, agli amministratori e la massima divulgazione possibile, questo l’impegno dell’assessore di riferimento che provvederà, attraverso il suo ufficio a recapitarlo e porlo all’attenzione degli organi di riferimento a partire dalla Giunta Comunale, passando per la Regione, il Governo fino alla UE.

Per finire una nota polemica, a San Benedetto dice Torquati, il turismo rappresenta solo il 4% delle risorse eppure si stanziano milioni di euro per 2 Km di lungomare e si trascura un settore che se, alla fine dell’ ‘800 poteva contare oltre 100 mila unità impiegate oggi rischia di morire.