L’Approfondimatto. Malumori per la rielezione di Napolitano al Colle
Roma | Ma non è la solita crisi del settimo anno
di Gaetano Buompane
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
La signora Clio non ne può proprio più. È stata una first lady paziente, ha seguito il suo Giorgio nei pallosissimi viaggi istituzionali in giro per il mondo, ma adesso sperava davvero di potersi fare una crociera in santa pace, magari per recuperare un po' di quell'intimità matrimoniale alla quale aveva dovuto rinunciare in questi anni di Presidenza. "Sapevo di dover dividere mio marito col suo lavoro" ha detto un po' contrariata parlando con un'amica al telefono "ma adesso è davvero troppo".
Tanto più che quando ha appreso la notizia della nuova nomina era già nella casa di famiglia nel rione Monti a aprire le finestre per dare un po' d'aria. "Santo cielo!" si è lamentata con uno dei corazzieri che aveva appena finto di rimontare la libreria Ikea "è mai possibile che questi non sanno fare niente senza dover rompere le scatole a un povero vecchio di 87 anni?". Per non contare che sono mesi, ormai, che c'è sempre qualcuno che le piomba in casa all'improvviso e organizzare un aperitivo, un tè o una spaghettata di mezzanotte non è mai cosa semplice. I peggiori, però, sono stati i dieci saggi che ha dovuto sistemare al volo nella dependance del Quirinale. "Hanno lasciato tutto sotto sopra" ci dice in confidenza. "Speravo se ne potesse occupare la prossima first lady, ma adesso tocca pulire a me".
Il problema è che il suo Giorgio non sa proprio dire di no, anche per questo pare sia l'uomo perfetto per ricoprire il ruolo di Capo dello Stato. "È una predisposizione che ha sempre avuto" ci spiega addolcendosi un po'. "Nel nostro rapporto, non che io ne abbia mai approfittato, ma devo ammettere che ci sono stati dei vantaggi: intanto ho avuto una preoccupazione in meno quando ci siamo sposati." Chi ne ha approfittato troppo, invece, è Berlusconi che con l'incapacità ad opporsi di Napolitano ci ha ricostruito una posizione politica che sembrava ormai compromessa. "A me quello mi sta sullo stomaco" ci dice a bassa voce la signora Clio. "L'ultima volta che è venuto al Colle con Alfano per lamentarsi della magistratura, l'ho sentito dire a mio marito che se avesse voluto parcheggiare in garage l'utilitaria per fare un giro su una Porsche bastava solo fare un fischio".
Intanto, dopo aver perso le elezioni vincendo, i furtivi tentativi di inciucio, le spudorate limonate col Pdl tra i banchi del parlamento e l'elezione di un Presidente salva casta, Bersani ha finalmente deciso di dimettersi. Gli è mancato solo di organizzare la festa nazionale del partito nel giardino della villa di Arcore e la dissoluzione del Pd sarebbe stata completa. Ma di questo potrà certamente occuparsene il prossimo segretario. Bersani e i suoi hanno compiuto un errore dietro l'altro, non ne hanno infilata una giusta e, soprattutto, hanno dimostrato di non aver saputo dare ascolto alla volontà della base e alle richieste del Paese. A Bettolla, città natale di Bersani, sono sconcertati. "Eppure quando da ragazzo lavorava nella pompa di benzina del padre, era un fenomeno" ci riferiscono gli anziani del posto "con la pistola non mancava nemmeno un serbatoio. E se gli chiedevi di mettere diecimila lire di benzina potevi stare sicuro che te ne infilava giusto giusto diecimila, vacca boia".
Un vecchio amico, per colpa di un banale incidente, è entrato in coma a inizio febbraio. Ieri si è finalmente svegliato e ha chiesto subito come fossero andate le elezioni. Quando gli hanno detto che il Pd ha vinto perdendo ma che adesso si è rottamato da solo, che il Presidente è di nuovo Napolitano e che Berlusconi è sempre al suo posto in parlamento e racconta barzellette attorniato dai suoi fedelissimi, ha guardato tutti per vedere se lo stessero pigliando per il culo, poi ha chiuso gli occhi ed è entrato nuovamente in coma.
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21/04/2013
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