Da notizie di stampa abbiamo appreso che la mantellata di massi a protezione del lungomare nord appena ristrutturato non regge.
Oggi dopo un paio di giorni di vento di Libeccio la situazione evidenzia tutta la fragilità.

La lesione sul costone si è maggiormente accentuata, segno di uno scivolamento verso l'acqua. Una conseguenza naturale quando si appesantisce un agglomerato di sassi che poggia direttamente sulla sabbia.

Ora inizierà una sarabanda di accuse alla cattiveria del mare.
Chi lo conosce sa che non è così.
Facciamo autocritica una buona volta.

Come abbiamo spesso fatto, non lo rispettiamo, e pian piano invadiamo il suo territorio. Siamo noi che erodiamo il mare e non lui che erode la spiaggia.
In questo caso è evidente la leggerezza dell'intervento: una mantellata di massi appoggiata al promontorio di ghiaia al solo scopo di realizzare una sovrastante passeggiata il più possibile aggettante verso l'acqua.

Il mare è paziente poi pian piano si riprende quello che l'uomo tenta di appropriarsi.
Si legge anche che l'amministrazione ha già pronti i rimedi.
Altre tonnellate di massi con un costo di € 30.000 a carico della comunità, per piastrellare il fondo del mare in modo da impedirne definitivamente la fruizione dello spazio e la frequentazione di quel tratto di mare agli appassionati surfisti che lo hanno scelto proprio per le caratteristiche meteo marine che consentono di esercitare il loro sport, ma che in seguito, con un fondale costellato di pietre lo dovranno abbandonare.