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Non proprio uniti

San Benedetto del Tronto | Il parere ed il disappunto di Guido Benigni, rappresentante studentesco del liceo Rosetti, sul ruolo dei giovani nella politica scolastica.

di Guido Benigni & Andrea Petrelli

Una manifestazione studentesca a San Benedetto

 In un periodo così difficile come quello odierno è importante che il Paese riparta da chi avrà in mano un futuro, neanche così troppo remoto: le giovani generazioni.

Chi più di noi potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella ricostruzione Italiana?
Noi studenti dobbiamo agire adesso, fortificando la nostra funzione nel complesso tessuto di una società in continua trasformazione, per far valere le nostre idee e i nostri progetti e far sentire la nostra voce.
Nell'ultimo anno gli studenti hanno chiesto, anzi, gridato i propri diritti nelle piazze in cortei, manifestazioni e hanno agito utilizzando un modello di protesta che non si vedeva ormai da decenni.

E tutto ciò è avvenuto dopo che gli ultimi governi hanno fatto sì che i fondi per la scuola pubblica si siano ridotti al lumicino e ,nello stesso momento, siano stati stanziati per il salvataggio delle banche, la spesa militare, la scuola privata e tante altre "priorità"... e mentre si votavano leggi e leggine "ad personam" ragazzi sono morti sotto il soffitto della propria classe.

Nessuno si sente più rappresentato da questa classe dirigente vile, infame e vigliacca, a stretto contatto con mafia ,logge massoniche e lobby industriali, corrosa da corruzione e sperpero di denaro pubblico. Si sono protetti in un guscio, che è la legge elettorale, il cosiddetto "porcellum" e varie indennità. Restano lì, sulle loro poltrone ben riscaldate, ma in realtà non li ha eletti nessuno.
È un'oligarchia quella che vi è in questo Paese, rappresentata dai vari partiti e partitini che cambiano nome, ma in realtà la sostanza e le persone rimangono sempre le stesse e il popolo italiano ne è ormai stufo.
I nostri genitori hanno passato la palla a noi: ora il futuro è nelle nostre mani.
Dobbiamo decidere, attivarci per formulare proposte per la costruzione di un nuovo progetto Italia.

È importante che ci sentiamo parte attiva di una società così fortemente privata dei propri valori e della sua essenza: dobbiamo ricominciare ad essere "attivisti" di un nuovo modello di politica.
Da quanti ragazzi come me (ma anche persone adulte) sento dire che la politica non appartiene loro perché la sentono estranea, non capendo che la politica non è "il politico o il rappresentante" ma è l'interessamento alla cosa pubblica, è la società civile che si mette in gioco e mette in campo idee e progetti che possano migliorare e contribuire al benessere della popolazione.
"Se non ci interessiamo alla politica, la politica si interesserà di noi."
Occorre ritornare all'idea che il "fare politica" è un servizio che si dà alla società, una sorta di volontariato: mi metto a disposizione, anzi sono "servo" del mio popolo e non di qualche potere forte.

Questa introduzione mi sembrava opportuna per il mio seguente disappunto.
Fino a due mesi fa, gli studenti della nostra provincia, (in concomitanza con gli studenti del resto d'Italia) si sono cimentati in una serie di proteste legate alla recente approvazione di riforme e tagli netti alla scuola pubblica.
Ci sono state diverse forme di manifestazione: cortei, occupazioni e flash- mob.
Ciò che mi ha deluso di più è il fatto che non ci sia stata un'unione tra le diverse realtà scolastiche, ma sono stati evidenti inutili campanilismi e divisioni che hanno reso meno credibile una protesta che, invece, poteva benissimo dare i suoi frutti.
Chi poteva fare "da collante" tra i vari istituti del Piceno era la Consulta Provinciale, cosa che non ha fatto e della quale non riesco a capacitarmi.

"La Consulta Provinciale -secondo l'articolo 6 del Regolamento per la disciplina delle iniziative complementari e delle attività integrative nelle istituzioni scolastiche- ha il compito di assicurare il più ampio confronto fra gli studenti di tutte le istituzioni di istruzione secondaria superiore della provincia e formulare proposte di intervento che superino la dimensione del singolo istituto ...
La Consulta è il massimo organo di rappresentanza studentesca a livello locale ed in questi anni è stato pressoché assente (ai livelli di inutilità) nelle vicende e nelle decisioni prese per l'apparto scolastico.
Chi è stato eletto nella rappresentanza, ha dimenticato che la funzione del CPS è quello di mettere in rete gli studenti e le scuole della provincia, soprattutto realizzando progetti ed iniziative che devono essere coperti da un fondo costituito da una quota pari a non meno del 7% dei finanziamenti provinciali destinati alle scuole per le attività previste dal d.p.r. 567/96.

Ma la consulta deve essere anche una voce autorevole degli studenti per instaurare un rapporto con gli Enti locali e gli Uffici Scolastici Provinciali formulando proposte e pareri che riguardano anche l'edilizia scolastica.
Secondo il d.p.r.,con i fondi destinati alle scuole, le CPS dovrebbero organizzare a cadenza annuale la "Giornata dell'Arte e della Creatività Studentesca" con l'obiettivo di dare spazio alle forme di arte e di creatività che possono esprimere gli studenti attraverso mostre, concerti, spettacoli ed in generale eventi che diano risalto alle capacità degli studenti rendendoli protagonisti e parte attiva della società.

Questa giornata, esempio delle tante iniziative che potrebbero essere realizzate, è da considerarsi attività scolastica a tutti gli effetti, e può avere rilevanza nazionale se organizzata al meglio, anche con la collaborazione di associazioni, organizzazioni e realtà locali.
Spero che gli studenti, alle prossime elezioni di ottobre, rivalutino il ruolo della Consulta che dovrà comprendere l'importante funzione che riveste, unendo tutti gli istituti superiori in una grande ed importante realtà provinciale come quella del Piceno.

05/02/2013





        
  



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