Siamo ancora qui
San Benedetto del Tronto | I motivi e i risultati dell'occupazione novembrina del liceo Rosetti da parte dei suoi giovani frequentanti.
di Andrea Petrelli
Novembre 2012. Gli studenti occupano l'ingresso del Rosetti.
Allora, Guido, puoi ricordare ai Lettori del Quotidiano.it cosa vi ha spinto a prendere la decisione di occupare la vostra scuola?
La nostra protesta è stata innanzitutto una protesta simbolica contro numerose riforme dell'istruzione, molte delle quali presentate e approvate in Parlamento. Partendo dalla riforma Fioroni, passando per la riforma Gelmini, fino ad arrivare a quella elaborata dell'attuale ministro Profumo. Parliamo di riforme che a nostro avviso sono andate a demolire, mattone dopo mattone, il sistema formativo italiano, partendo dalle basi, ovvero i fondi, che sono stati tolti alla scuola pubblica per essere riassegnati a quella privata. Abbiamo inoltre manifestato contro la legge Aprea, che suggeriva di eliminare le rappresentanze scolastiche (come quella degli studenti e dei genitori) e di far entrare all'interno dei consigli d'istituto dei privati, che avrebbero avuto voce in capitolo anche nella decisione dei programmi. Un ulteriore motivazione è stata la votazione e l'approvazione da parte del Parlamento del Patto di Stabilità, che ha comportato un ulteriore taglio del 30% ai fondi destinati all'istruzione.
Ci sono state anche delle motivazioni interne che vi hanno condotto a protestare?
Sì, avevamo anche delle "motivazioni particolari", come ad esempio le mancanze strutturali del Rosetti. Nonostante il plesso scolastico sia stato ampliato e modificato da poco, il piano seminterrato si allaga alla minima pioggia; nei bagni degli studenti vi è la totale mancanza di acqua calda, carta igienica e servizi fondamentali per la tutela dell'igiene. La nostra aula magna, poi, nonostante sia stata realizzata durante i lavori che ho citato poco fa, non è a norma di legge. Il nostro è un liceo scientifico, eppure le apparecchiature scientifico-tecnologiche scarseggiano.
Durante i giorni dell'occupazione voi rappresentanti d'istituto avete avuto incontri con alcuni "pezzi grossi"?
Abbiamo incontrato il sindaco Gaspari per spiegargli il perché dell'occupazione e successivamente il presidente della provincia Celani, che aveva deciso di rispondere dopo secoli ad un nostro invito di incontro. Abbiamo chiesto lui di intervenire prontamente per risolvere le mancanze strutturali del Rosetti e di tutti gli istituti della città. Lui ha risposto che le priorità della provincia tutt'ora sono ben altre. E ho detto tutto.
A due mesi di distanza, quali cambiamenti avete riscontrato?
Cambiamenti? Dove? Dove? Io non ne ho visti. Nessuno li ha visti se non in sogno o in una visione dopo due ore di lezione di matematica! Spero vivamente che questa intervista faccia riflettere chi di dovere.
Come pensate di muovervi, adesso?
Abbiamo avviato un programma destinato a sensibilizzare tutti i ragazzi frequentanti il Rosetti, soprattutto le classi più giovani, che svolgiamo durante le assemblee di istituto. Noi rappresentanti speriamo che non risulti necessario ripetere l'occupazione della scuola e che il governo che verrà eletto con le venture elezioni riesca a risolvere i problemi del sistema formativo italiano, definendone il futuro, prendendo in mano la situazione con riforme degne di questo nome, che vadano a tutelare lo studente in primis e il welfare studentesco; desidereremmo vedere le scuole fatiscenti essere ristrutturate e l'offerta formativa integrata con attività extracurriculari. Se il problema è il reperimento dei fondi, possiamo suggerire come soluzione ad esempio il taglio della spesa pubblica, dei costi della politica, delle spese militari ed il blocco dei finanziamenti ai partiti.
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28/01/2013
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