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Tagli Province, decisioni antipolitiche prese senza spiegare criteri e obiettivi

Grottammare | Perché smantellare enti vicini al territorio e non gli assessorati regionali che costano molto di più e che finiscono per fare l'esclusivo interesse del territorio che circonda il palazzo?

di Filippo Olivieri

Filippo Olivieri

Non si è mai risolto alcun problema mettendo i bastoni tra le ruote di un'auto in corsa. Si creano soltanto disagi. Enormi disagi.

Tra le tante iniziative che questo Governo avrebbe potuto e dovuto prendere la scelta è caduta sulla più populista delle soluzioni: anziché toccare i propri inutili e costosissimi privilegi, i palazzi romani hanno deciso che era più comodo fare bella figura tagliando la testa a qualche politico di provincia. Vista da Roma, la cosa, probabilmente ha senso.

Vista da qui assolutamente no. Ribadisco quanto detto nei giorni scorsi insieme al collega e amico Pasqualino Piunti sia sulla stampa che al cospetto del segretario del Pdl Angelino Alfano: se il problema, per i nostri parsimoniosi governanti, sono le spese, allora rinuncio al mio stipendio di assessore e lo stesso dovrebbero fare tutti i miei colleghi delle altre province italiane. Li abbiamo invitati a farlo e rinnoviamo quest'invito. La mia paura non è quella di perdere la poltrona, ma quella di non riuscire a portare a termine il lavoro che mi è stato affidato dalla cittadinanza. E tutto per una decisione presa da un Governo non eletto che, per paradosso, sembra aver deciso di cavalcare il vento dell'antipolitica per mantenersi saldamente al comando del Paese.

Lo dico con amarezza perché ci troviamo di fronte ad un gruppo di lavoro che avrebbe dovuto rimettere il Paese sulla retta via, magari prendendo decisioni impopolari, ma con criterio. Si sono presentati come novelli cincinnati pronti a garantire equilibrio ed equità. Ma il Paese, purtroppo, sta assistendo ad altro. Siamo governati da un gruppo dirigente che non prende decisioni, le impone e basta, senza spiegarne i criteri né annunciare gli obiettivi. Mi viene in mente una parola che fa paura e che non voglio neppure nominare. Mi chiedo allora che senso abbia tutto ciò.

Mi chiedo perché smantellare le giunte di enti che, dopo i comuni, sono quelli più vicini al territorio e non i vari assessorati regionali che costano molto di più e che - e le Marche sono un esempio lampante - finiscono per fare l'esclusivo interesse del territorio che circonda il palazzo. Chi, sano di mente, potrebbe negare che il Piceno venga puntualmente e pesantemente trascurato dalla nostra Regione? Mi chiedo perché queste sforbiciate, queste "teste da far saltare" non le abbiano cercate prima nella Capitale e poi nel resto d'Italia dove ci sono strutture che cercano davvero di far funzionare qualcosa e assessori, piccoli amministratori di provincia visti da Roma, che magari sono costretti a fare la guerra alle Ferrovie proprio perché la Regione ha pensato soltanto al proprio orticello lasciando allo sbando il resto del territorio.

E allora mi viene in mente che, forse, quei piccoli amministratori di provincia sono semplicemente le uniche figure sacrificabili per salvare la faccia e cavalcare il vento dell'antipolitica. Ci sono precedenti nella storia. Tutti preoccupanti.

16/11/2012





        
  



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