Verdi: si alle rinnovabili no al nucleare
San Benedetto del Tronto | Venerdì 25 marzo ore 18,00 manifestazione/corteo a S. Benedetto del Tronto. Parteciperà il Presidente Nazionale Angelo Bonelli.
Manifesto angoscia nucleare
I Verdi delle Marche e della Provincia di Ascoli Piceno organizzano per venerdì 25 marzo ore 18,00 una manifestazione con corteo per protestare contro le politiche del Governo Nazionale sul nucleare e sulle rinnovabili. Il Corteo partirà alle 18 dalla fontana di Nespolo in viale secondo moretti e attraverserà Viale De Gasperi giungendo presso la Piazza del Municipio dove si terrà un dibattito con la presenza del Presidente Nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, l'assessore comunale Canducci, il consigliere Marinucci e Gianluca Carrabs, imprenditori e operai del settore delle rinnovabili.
"E' inaccettabile che le Regioni debbano accollarsi una centrale nucleare sul loro territorio senza potersi esprimere in merito, solo perché lo impone un Governo Nazionale che risponde a mere logiche affaristiche. La Regione Marche ha detto no al nucleare e lo ripeterà in ogni sede istituzionale preposta - dichiara Paolo Canducci (assessore all'ambiente al Comune di S. Benedetto del Tr) - il piano energetico ambientale regionale (PEAR) è in netto contrasto con la produzione energetica da nucleare; bisogna puntare al risparmio energetico, alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione, perché l'energia dell'atomo non è economica né pulita.
La scelta del nucleare, oltre a non essere sicura è pericolosa per i cittadini e non dà autonomia energetica. Per questo venerdì 26 c.m. abbiamo organizzato una manifestazione contro il nucleare e a favore delle energie rinnovabili coinvolgendo operai e imprenditori della green economy per far sentire le nostra voce.".
"Il governo - dichiara Andrea Marinucci (consigliere comunale al Comune di S.Benedetto del Tr) - ha recentemente deciso di fare una pausa di riflessione sul nucleare solo per tergiversare, sabotare la consultazione referendaria e poi tornare a proporre le centrali.
È necessaria, per questo motivo, una fortissima mobilitazione a favore del referendum in modo che venga sbarrata qualunque strada al ritorno dell'Italia al nucleare. E' necessario che per i referendum ci sia la più ampia partecipazione possibile perché attraverso i referendum sul nucleare, sull'acqua pubblica si può correggere la scala dei valori di un Parlamento che ormai non legifera più in nome del popolo italiano".
Roberto Capriotti (Verdi SBT): "E' bene che il ministro Romani receda dalla volontà del taglio degli incentivi alle rinnovabili, di gran lunga inferiori rispetto ai costi di smantellamento delle vecchie centrali nucleari che ancora pesano per 300 milioni di euro all'anno sulle bollette energetiche dei cittadini e dei 40 miliardi di euro regalati ai petrolieri con il CIP6 che equipara gli scarti di raffineria alle fonti rinnovabili. L'avventura nucleare italiana è inutile.
Il nostro Paese deve continuare a investire sulle rinnovabili, sulla green economy, per creare occupazione, e salvaguardare la salute dei cittadini e dell'ambiente. Il sole è il nostro petrolio...usiamolo". "Quello che sta accadendo in Giappone, ed in particolare nella centrale di Fukushima, deve indurre a fermare il programma nucleare italiano perché dopo questi gravissimi incidenti è ormai evidente che la sicurezza degli impianti nucleari non esiste"; lo dichiara Gianluca Carrabs dei Verdi aggiungendo che "la posizione del Pdl sul nucleare è la posizione di chi non ha a cuore la vita e l'Italia, ma è esclusivamente interessata alle speculazioni economiche".
Difatti l'Italia e in particolare le Marche sono zone sismiche dove, dopo questa catastrofe giapponese, è ancora più chiaro che la scelta del nucleare porterebbe i cittadini a vivere in contatto costante con il pericolo. Il territorio del Giappone è simile a quello italiano, non solo per le loro superfici: 301 mila kmq l'Italia e 377 mila il Giappone, ma anche e soprattutto per il fatto che entrambi sorgono su due faglie sismiche molto attive.
In Italia i terremoti sono frequenti e potenti, basti ricordare: Messina e Reggio Calabria magnitudo 7,4 del 28 dicembre 1908; Avezzano e Marsica, magnitudo 7,0 del 13 gennaio 1915; Irpinia e Basilicata, magnitudo 6,9 del 23 novembre 1980; Marche e Umbria magnitudo 5.8 del 29 settembre 1997; ultimo l'Aquila magnitudo 5,9 del 6 aprile 2009.
"Esprimiamo la più grande solidarietà al popolo giapponese a cui siamo molto vicini e le esplosioni nella centrale di Fukushima ci riportano indietro nel tempo al disastro di Chernobyl - conclude Carrabs - Si può e si deve vivere senza nucleare: i danni delle fughe radioattive e degli incidenti nucleari compromettono la vita per sempre in quanto i loro effetti devastanti si protraggono per migliaia di anni. I Verdi, che hanno a cuore la vita si mobiliteranno per fermare la follia nucleare che il governo vuole riportare in Italia".
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24/03/2011
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