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In Viaggio verso l’orizzonte

San Benedetto del Tronto | In occasione del trentennale della band Irlandese degli U2, esce il nuovo album "No Line on the Horizon", dove il gruppo torna ai vecchi sound che li hanno resi mitici.

di Andrea Riccardi

Il gruppo degli U2 (Foto: mondomusicablog.com)

Il dodicesimo album del gruppo irlandese degli U2 si apre semplicemente con ciò che rende una band capace di riscuotere grande successo a livello mondiale e di consacrarla nell'olimpo della Hall of Fame del rock'n roll: una chitarra distorta (quella di The Edge) e l'incessante martellio di una batteria (quella di Larry Mullen Jr)...che dire, ben tornati men!

L'uscita di questo nuovo album coincide con il trentennale di attività di Bono & Company eppure per noi sono ancora quegli eterni ragazzi irlandesi che partirono dai sobborghi di Dublino alla conquista del mondo passando per Londra dove approdarono con i soldi chiesti in prestito ai rispettivi genitori (come è solito ricordare Bono durante le proprie performance).

Sinceramente tutti aspettavamo un segnale deciso da parte della band dopo i deludenti pezzi pubblicati: "All That You Can't Leave Behind" (2000) e "How to Dismantle an Atom Bomb" (2004) erano sì carini e interessanti ma di una spiccata linearità musicale priva di sperimentazioni che faceva incetta di nuovi fan e sold-out ai concerti in poche ore.

Ma dov'era finito quel "Irish Fire" che scaldava il cuore dei vecchi fan di mezzo mondo, con gli urli di Bono in arene gremite di persone inneggiando al rispetto del prossimo, ai diritti umani calpestati ancora oggi nel mondo e la ribellione verso l'ottusità della politica (quel No more...no more...in Sunday Bloody Sunday, la maledetta domenica di Londonderry del 1972 in cui morirono 14 manifestanti, oppure quando suonò finalmente a Sarajevo nel 1997 sotto il tiro dei cecchini davanti a 80.000 persone!)

A dire il vero ci eravamo preoccupati non poco sentendo la voce di Paul Hewson, in arte Bono, che cominciava a venir meno in alcuni pezzi tirati del penultimo album o sentendolo in difficoltà durante i suoi live su alcuni suoi cavalli di battaglia e tutti ci eravamo chiesti se eravamo destinati ad ascoltare soltanto raccolte o Greatest Hits o peggio vedere scalzato il loro trono dai Coldplay (secondo gli addetti del settore i nuovi eredi degli U2)!

L'ultimo album ha fugato ogni dubbio: il lavoro è ben fatto, ha un suono maturo e mai scontato, a volte pieno di echi sonori provenienti da diversi angoli del mondo (non a caso parte del materiale è stato scritto durante la session di registrazioni eseguite a Fez in Marocco) e la voce di Bono (sembra!) essere finalmente tornata a scuotere le nostre menti.

L'album affronta diverse tematiche che spaziano dall'amore inteso come sentimento puro, eterno ed immortale, come un qualcosa che ci rende "magnifici" ed ecco una parentesi dagli echi "dance" (tanto cara agli U2) irrompere nella scena dell'album: è "Magnificient" che parla di come "sono nato per stare con te...perché solo l'amore sa lasciare un segno talmente profondo ed unire due cuori" con il riferimento tutt'altro che casuale, proprio alla fine del brano, al "Magnifico" conferendo un respiro più aulico a tutto la canzone.

In "No Line on the Horizon" da cui l'omonimo cd, l'amore assume le sembianze di un mare che cambia ogni giorno, talmente immenso da non riuscire quasi a percepire l'infinità del suo orizzonte ma l'infinito è solo il punto di partenza per l'amore tra due persone.

Ed ecco il pezzo più orecchiabile di tutto l'album, un ritornello instancabile che a fatica cancelleremo dalle nostre orecchie nei prossimi anni, una sorta di "Sweetest Thing" dei nostri giorni ovvero "I'll go crazy if you don't go crazy tonight": i cambiamenti dei nostri sentimenti e del nostro cuore sono lenti ed appena si intraprendono sembrano una montagna e non una collina ma ad ognuno di noi è concessa la possibilità di cambiare il suo destino nel mondo.

"Moment of surrender" è il momento di disperazione più basso toccato in tutto l'album, il momento in cui le nostre ginocchia ad un certo punto della vita cedono sotto il peso insopportabile delle avversità e nemmeno gli altri intorno riescono a percepire il nostro stato di disagio; ma ecco d'improvviso quando tutto sembrava perso, una chiamata da parte di uno sconosciuto un "Unknown caller" che si annuncia con il sorgere del sole, l'inizio di una nuova giornata e di una nuova vita. I cori del quartetto (a dir la verità parecchi in questo album) incitano a rialzarsi, a ricominciare tutto daccapo, ad urlare la propria gioia quando se ne la possibilità: "shush now! restart and reboot yourself...you are free to go" suona come una sorta di redenzione dalla condizione del "surrender" .

Il pezzo funky-aggressivo non poteva non mancare in "No line on the horizon" ed eccolo spuntare nelle tracce n. 7 "Stand up comedy" pervasa da un' autoironia sullo stesso star-system a cui appartiene Bono ed avverte "...Napoleone è su tacchi alti, attenta Giuseppina a uomini piccoli con grandi idee..." e la n. 10 "Breathe" squarciata da un sottile velo di malinconia come solo l'inseparabile "Fender" di The Edge sa tessere!

Ed ecco affiorare le perle: "Fez-Being Born" una rinascita sottolineata ancor di più dalle urla iniziali di Bono simili a quelle di un neonato appena uscito dal ventre materno "head first and then foot", suoni mediorientali sapientemente miscelati in cui trovano spazio sia l'esperienza del loro famoso produttore Brian Eno (lo stesso di Joshua Tree e Achtung Baby) sia la voce senza confini di Bono; White as snow sembrerebbe il secondo tempo di un film già visto nell'album "Rattle and Hum" dal titolo "Van Diemen's Land" eppure con la sua spiazzante e desolante atmosfera ricorda le ampie praterie americane piegate dal vento gelido polare dei primi "Padri Pellegrini"; "Cedars of Lebanon" un delicato affresco di vita in Libano sullo sfondo di una guerra infinita che non conosce né vinti né vincitori.

"This shitty world sometimes produces a rose"..."qualche volta questo mondo maledetto produce una rosa" scrive Bono nel testo dell'ultima traccia (Cedars of Lebanon) augurandoci che questa non sia una speranza vana e che gli U2 possano finalmente portare il loro messaggio di pace anche in una terra martoriata come il Medio-oriente con una data del loro nuovo tour mondiale; un sogno questo, a cui Bono & Co. non hanno mai smesso di rinunciare dal momento in cui il loro impegno si è fatto più concreto anche in campo sociale.

14/03/2009





        
  



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