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Gaspari alla PicenAmbiente:"O fate raccolta di rifiuti attiva o ce la facciamo da soli "

San Benedetto del Tronto | Abolire le quattro differenziazioni riducendo la raccolta rifiuti a : umido e secco. il primo va tramutato in compost e rimesso sul mercato come fertilizzante. Da qui un risparmio sulla aliquota Tarsu.

di Carmine Rozzi

Gaspari lo ha detto e lo ripete : i vertici delle attuali partecipate non rispecchiano gli indirizzi politici attuativi di questa Amministrazione e aspettare le scadenze presidenziali previste da qui a due anni è un affronto intollerabile. Non lo sono alla Start, alla Multiservizi, al Centro Agroalimentare e men che meno alla PicenAmbiente. Per quest’ultima il Primo Cittadino non lesina aspre critiche per il suo modo di condurre una attività come quella della Raccolte Rifiuti giudicato “ragionieristico”.

Per Gaspari una Spa che non si preoccupa di evolvere la qualità e la quantità dei servizi verso una più razionale ed economica strategia di lavoro non è né proficua né spendibile per la cittadinanza. “Siamo ancora ai quattro cassonetti, al trasporto ed alla consegna in discarica. Tutto qui. Intanto la spesa è aumentata nei soli ultimi due anni passando da cinque a sette milioni e mezzo di euro. E questo aumento lo pagano i contribuenti. E’ ora di cambiare strategia. Se la Picenambiente non può o non vuol cambiare registro attuando una raccolta attiva dei rifiuti lo faremo noi come Comune”.

Secondo il Capo delle Giunta vanno abolite le tre o quattro diverse differenziazioni (carta, vetro, degradabile, ecc) limitando la cernita a sostanze umide e secche. La sezione dell’umido va, dopo opportuni trattamenti di tre mesi, come accade in quasi tutte le città italiane, tramutata in “compost” che, dopo accordo con Regione, le diverse associazioni di categoria (vedi agricoltori, operatori biologici) può essere a sua volto rimesso sul mercato sotto forma di fertilizzante lasciando in discarica il solo 55% di secco. Questo si produce automaticamente in risparmio che va a riflettersi sulla Tarsu.

“Da un’azienda che per sua natura lavora per e con la collettività ci aspettiamo molto di più. Il Comune è fermamente intenzionato a continuare la sua energica presenza per attivare questo indirizzo. Se non viene recepito la nostra presenza in seno alla S.pA. non ha senso”. Per quanto riguarda la possibilità di un contenzioso tra la PicenAmbiente e il Comune nel caso venisse a decadere l’accordo per una centrale di Teleriscaldamento concordato a suo tempo con l’Amministrazione Martinelli il sindaco commenta laconico “I contenziosi si risolvono o in modo politico o in modo giudiziario. Io sono propenso a credere che prevarrà il primo”.

Sulla PicenEnergia, dopo le recenti indicazioni della Finanziaria in merito ai tagli sugli incentivi per l’energia “verde”, secondo Gaspari occorre chiarire un fatto: se la PicenEnergia è nata solo per attuare il project-financing dell discarica del Ponterotto o per lo studio e lo sviluppo di una politica basata su energia alternativa vista in senso generale. Nella seconda ipotesi, decaduta l’opzione di una centrale al Paese Alto per, secondo Gaspari, la giusta opposizione dei cittadini che non ci stavano a fungere da “termosifoni” per gli altri senza una propria contropartita, ci sono altre alternative di produzione come una centrale basata sulle bio- masse coinvolgendo i numerosi proprietari di terreni incolti del circondario nella produzione di un indotto basato sulla coltivazione di girasoli o barbabietole da zucchero.

 “L’esistenza di un organismo come la PicenEnergia- chiarisce Gaspari - si giustifica non solo dal fornire energia pulita a costo competitivo ma anche dal poter limitare la produzione di inquinamento come quello attualmente prodotto dalle circa settemila caldaie attualmente presenti nella sola zona di Viale De Gasperi”.

20/12/2006





        
  



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