La finanziaria è destinata ad avere ripercussioni su regioni e province e, di conseguenze anche sui comuni. Alcuni sindaci, vedi quello di Torino, si sono espressi in modo molto chiaro e netto. Ma il nostro non ha ancora espresso in nessun termine la sua preoccupazione e ciò appare preoccupante. Riflessioni espresse da AN tramite il consigliere regionale Guido Castelli, quello provinciale Pasqualino Piunti, il coordinatore comunale Luigi Cava e il consigliere e presidente della commissione all’Urbanistica Luca Vignoli.

Sono previsti tagli di 2 miliardi e 200 milioni di euro per gli enti locali che per la ragione Marche si traduce in 50 milioni. Questo comporta la decurtazione di alcuni importanti servizi come  il centro disabili che si trova a dover eliminare 100 ore. Per la Sanità è previsto un decurtamento di 3 miliardi di euro. “Questo non deve tradursi in maggiori entrate per il Comune perché a farne le spese sarebbero i cittadini” afferma Luigi Cava. Il coordinatore di An puntualizza che la passata Amministrazione riuscì ad impegnare 40 milioni di euro in spese di infrastrutture ed altro senza ritoccare le tasse, ritoccando al ribasso l’aliquota dell’Ici sulla prima casa senza intervenire sulla seconda.

“Negli incontri di quartieri – ricorda Piunti – Gaspari ha ribadito a più riprese che vuole far sottoscrivere ai cittadini un patto fiscale. Costringendo lo stesso Vice Sindaco con delega al Bilancio a prenderne le distanze”. Inoltre, per il consigliere provinciale, la reazione del primo cittadino è stata sorprendentemente blanda agli effetti nefasti della finanziaria. L’articolo 71 del nuovo decreto finanziario potrebbe rivelarsi disastroso per i corsi di laurea aperti di recente presso il complesso Vannicola.

Al comma uno si legge che “ per gli anni dal 2007 al 2009 incluso, è fatto divieto alle università statali e non statali, autorizzate a rilasciare titoli accademici aventi valore legale, di istituire ed attivare facoltà e corsi di studio in sedi diverse da quelle ove l’ateneo ha sede legale ed amministrativa”. Pertanto niente nuovi corsi per il distaccamento sanbenedettse della Facoltà di Economia di Mercato e Gestione di Impresa con sede ad Ancona. Il comma 2, della proposta di legge finanziaria enuncia:” per le facoltà e i corsi di studio già funzionanti alla data di entrata in vigore della presente legge in sedi didattiche diverse da quelle di cui al comma 1, i competenti organi statutari procedono alla modifica ed integrazione delle convenzioni stipulate con gli enti locali e gli altri enti pubblici e privati sottoscrittori, in modo da assicurare, per un numero di anni non inferiore a venti, il funzionamento ordinario delle facoltà e dei corsi stessi in termini di risorse finanziarie, strumentali e di strutture edilizie”.

Ora, a San Benedetto, sono operativi corsi universitari “decentrati” riconducibili alla fattispecie disciplinata dal menzionato articolo 71, comma 2 (corso di biologia, biologia della nutrizione, economia, mercati e gestione). Non ci vuole molto a capire che l’articolo 71 lede gravemente l’autonomia universitaria , turbando la programmazione territoriale introducendo un blocco indiscriminato dei corsi di laurea decentrati. Per quello che concerne la nostra città l’invito di An fatto al Sindaco è quello di “intraprendere ogni opportuna azione nei confronti del Governo nazionale tesa ad ottenere il ritiro, la revoca o la modifica radicale dell’art.71 della proposta di legge finanziaria per l’anno 2007”.

L’ex assessore al Bilancio Vignoli definisce “ossessiva” la costanza con la quale Gaspari propone e ripropone l’offerta di un patto fiscale con i cittadini. Per il consigliere di An un Comune virtuoso prima di chiedere maggior introiti alle tasche dei contribuenti deve prima dimostrare loro di aver percorso tutte le altre strade del risparmio e dell’oculatezza amministrativa. “Servile” definisce invece Castelli l’atteggiamento del sindaco di fronte agli intenti  finanziari del governo. Per cui le soluzioni sono due: o ha già pronto un programma di aumento dell'aggravio fiscale o ha in serbo soluzioni di finanziamento alternative come quello della vendita di azioni della PicenAmbiente alla H.E.R.A. emiliana. Secondo l’esponente di AN questa sarebbe più che una voce.

La Holding Energia Risorse Ambiente è un colosso “multiutility” composto da 7 comuni dell’Emilia- Romagna tra cui Bologna, Ferrara, Modena e Ravenna ( www.gruppohera.it ) che sta cercando nuovi mercati creando teste di ponte anche nella Marche dove a Pesaro hanno già inglobato, acquistando la maggioranza del pacchetto azionario, la "ASPES" del Comune. :”Il sindaco ha un atteggiamento alla Heimat rivendicando i valori e le tradizioni locali mentre starebbe per svendere il gioielli di famiglia” sentenzia Castelli. Si ricorda che il Comune di San Benedetto detiene il 19,36% delle quote della PicenAmbiente. L’operazione dell’H.E.R.A sarebbe una normale e legittima transazione finanziaria ma andrebbe di certo a sconvolgere gli indirizzi e gli orientamenti in seno al CdA della partecipa locale.