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8 settembre, giornata mondiale della fisioterapia

| POTENZA - Il fisioterapista opera nell’aria sanitaria e “pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche ed occupazionali

La professione del fisioterapista nella sua esclusività, anche attraverso le recenti riforme, oltre che per un percorso di professionalizzazione, si è andata affermando come punto nodale ed imprescindibile della riabilitazione.

Il fisioterapista opera nell’aria sanitaria e “pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche ed occupazionali”, inoltre “propone l’adozione di protesi ed ausili ne addestra l’uso e ne verifica l’efficacia” (decreto 741/94). Superata la posizione ancillare di professione sanitaria ausiliaria, con la Legge del 26 Febbraio 1999; si definisce la chiara e consapevole titolarità ed autonomia professionale nei confronti dei singoli individui e della collettività, attività dirette alla prevenzione, alla cura, alla riabilitazione e a procedure di valutazione funzionale al fine di espletare le competenze proprie previste dai relativi profili professionali (Legge 251 del 10 agosto del 2000).

Gli ambiti legislativi descritti, vanno a delineare non soltanto i settori d’intervento ma anche l’importanza di un percorso formativo adeguato (DM 509 del 03 novembre 1999):

1. Corso di Laurea in Fisioterapia (CDL – I° livello): Dottore in Fisioterapia
2. Corso di Laurea Specialistica (CLS – II° livello): Dottore Magistrale
3. Master di I° e II° livello.

Dal Congresso Nazionale A.I.FI. di Tirrenia (Ottobre 2005) si è consolidato il dialogo politico interno di sinergia associativa, con la consapevolezza di avviarci in maniera definitiva all’Istituzione dell’Ordine Professionale.

Tutta la Professione ha esultato e festeggiato salutando il nuovo anno proprio con la Legge 43 del 27 gennaio 2006 istitutiva l’ordine professionale per tutte le professioni sanitarie. Questa legge ha reso giustizia all’impegno d’intere generazioni di Colleghi che hanno lavorato per il riconoscimento del ruolo e della dignità della Professione. Obiettivo statutario perseguito da 45 anni, che ad una attenta lettura (art. 5 – art. 6) individua ed istituisce le funzioni di Coordinamento e Direzione, con ruolo e formazione specifica. Novità per le Professioni ancora definite “NON MEDICHE”, dimostrando tale definizione scarsa dignità. Fanno semplicemente parte di un panorama sanitario che non può più gestire in modo subordinato e gerarchico ruoli e posizioni decisive, senza le quali il Sistema Sanitario risulta “paralizzato”.


Ed allora chissà se è stato condivisibile questo percorso visto che è di recente promulgazione il compromesso della proroga di un anno che il Governo ha deciso di avviare prima di pronunciarsi circa l’emanazione dei Decreti attuativi della Legge 43 (Il Sole-24 ore del 01 Settembre 2006, n° 239).

La lettura politica da parte di più di 40.000 fisioterapisti italiani, oltre che di tutte le professioni Sanitarie non è delle migliori. Al di là delle riflessioni che il sistema ordinistico impone, non è più procrastinabile organizzare e tutelare la Professione senza l’Istituzione dell’Ordine. Esso implica il riordino della Professione e chiarezza di competenze di cui forse nemmeno il Governo ha consapevolezza, visto l’ulteriore Legge 27 del 3 febbraio 2006 (art. 1- SEPTIES), in cui lo stesso equiparava i laureati in Scienze Motorie (Attività educativa adattativa NON SANITARIA) ai Laureati in Fisioterapia (Attività preventiva riabilitativa – SANITARIA).

La manifestazione del 21 marzo che ha visto sfilare per le vie di Roma 10.000 tra Fisioterapisti e Studenti iscritti al Corso di Laurea in Fisioterapia (oltre i rappresentanti delle altre Professioni Sanitarie, Cittadinanza Attiva, Tribunale dei Diritti del malato etc), ha rinvigorito la passione per una professione così importante che pone al centro dell’agire l’autonomia possibile per l’utenza e la presa in carico della famiglia, spesso in difficoltà di fronte alla gestione della continuità assistenziale. I veri protagonisti sono gli utenti e quanti con loro hanno compreso come la cura, la riabilitazione, la fisioterapia non possa essere garantita da “praticoni” che speculano, fingendosi sanitari competenti, alle spalle di chi soffre e farebbe di tutto per alleviare il peso assistenziale al proprio nucleo familiare.

L’altro aspetto dell’Etica da tenere in considerazione è la lotta all’abusivismo, imperante non solo a livello nazionale, ma anche regionale stante la proliferazione di corsi formativi, assolutamente non legittimati a formare figure non più spendibili nel mondo del lavoro sanitario, soprattutto a livello riabilitativo.

L’Italia a conferma di questo dato è l’unica nazione a vantare il poco commendevole primato di aver dovuto istituire un’associazione per la tutela delle vittime dell’Abusivismo (A.N.V.A.R.), non solo quale atto di tutela della professione del fisioterapista ma soprattutto come necessaria salvaguardia della salute del cittadino, così come sancito dall’Art. 32 della Carta Costituzionale.

La riflessione allora in questa giornata è quella di dimostrare slancio verso la propria professione e rappresentarla affinché la consapevolezza del proprio status diventi un segnale di crescita nel mondo della riabilitazione cosicché l’utente possa finalmente trovare soddisfatti i propri bisogni e necessità di fronte a uno stato di salute precario che può indurre ad interpellare l’esteso mondo dei “mercanti della riabilitazione”.

Lo sforzo è quello di coinvolgere l’Università e la Regione per il raggiungimento degli obbiettivi formativi prefissati:
- attivazione della Laurea Specialistica;
- definizione di Professori Associati fra i Fisioterapisti;
- l’attribuzione di “titoli” di piena autonomia e responsabilità operativa, nonché il diritto ad esercitare la libera professione senza vincoli di subordinazione ed ancora il D.M. del 17 maggio 2002 sull’esenzione IVA: “è sancita l’esenzione dell’imposta del valore aggiunto per gli esercenti una professione sanitaria”;
- individuazione anche attraverso la norma transitoria della Dirigenza di Area a livello territoriale e regionale;
- non ultimo il rispetto del codice deontologico, approvato nel 1995 fondamentale per compiere con onestà ed eticità il proprio lavoro nei confronti dell’utenza e nel rispetto dei colleghi.

07/09/2006





        
  



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