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Riflessioni sulla recente visita del Ministro Storace ad Ascoli

Ascoli Piceno | Orsini: «Si è riscontrato come dall’incontro possano scaturire esiti migliori per la Destra italiana. L’esatto contrario di quanto andavano sostenendo taluni»

di Piergianni Orsini

 
 
Alla luce del clamoroso successo della recente visita del Ministro Storace ad Ascoli, sia in termini di partecipazione popolare che di contenuti politici, a mio convinto giudizio, alcune considerazioni sono meritevoli di evidenziazione.
 
In primo luogo si è riscontrato come dall’incontro e dalla sintesi di sensibilità differenti, possano scaturire gli esiti migliori per la Destra italiana; l’esatto contrario di quanto andavano sostenendo taluni, contrapponendo l’iniziativa di Storace (ribattezzata “Modello Regione Lazio”), a quella del Presidente Fini, sbrigativamente liquidata come “Modello Farnesina”.
 
Si è dispiegato invece concretamente l’effetto postivo dell’esercizio di leaderships da parte di capi autentici e riconosciuti che, muovendo da idee e progetti originali, si incontrano infine sul terreno del governo della realtà politica e sociale della Nazione.
 
Di contro, ciò ha determinato l’emarginazione dei particolarismi, dei personalismi, dei protagonismi e di ogni altra forma degenerata di frazionismo, che nell’ambito della destra non hanno mai prodotto fatti positivi.
 
Con tutto il rispetto dovuto alla persona, l’abbandono del Senatore Fisichella è la dimostrazione che persino alcuni tra coloro che hanno lavorato alla costituzione di A.N., non avevano esattamente compreso quello che, per tanti militanti di destra, è sempre stato evidente e che cioè, non ci si accapiglia sui singoli passaggi, per quanto in sé significativi, allorquando in prospettiva c’è il rinnovamento che la Destra sta compiendo in profondità nella società italiana.
 
Se anche malauguratamente dovessimo perdere le elezioni, e personalmente sono convinto del contrario, lo spazio politico e culturale che A.N. ha saputo meritare è consegnato permanentemente alla geografia politica italiana, in virtù dell’affidabilità dei suoi uomini di vertice, così come dei blocchi sociali  che ne compongono la base.
 
Prendano pienamente coscienza di questo, i quadri intermedi, ambito in cui si avverte ancora troppo frequentemente un clima di curva calcistica, con troppi “calciatori che vestono la divisa di tifoso”.
 
Fuor di metafora, amministratori locali, assessori, consiglieri, rappresentanti negli enti di ogni grado, presidenti di circolo, non patiscano passivamente la crisi identitaria di chi non sa  scegliere tra il ruolo di artefice o soggetto passivo del proprio destino e soprattutto non si trastullino unicamente in sogni di promozione ad incarichi più gratificanti.
 
Corrispondano piuttosto alle aspettative degli elettori e dei dirigenti di A.N. che li hanno già adeguatamente premiati, molto spesso anticipatamente rispetto alla acquisizione dei meriti.
 
Con coraggio, con passione, con sacrificio, che vedranno compensati dalla moneta più preziosa, il rispetto e l’ammirazione dei milioni di italiani per bene che guardano con fiducia e speranza ad A.N. come alla forza politica connotata dall’orgogliosa rivendicazione di valori irrinunciabili, coniugata  al senso di lealtà nei confronti degli alleati della CDL.

21/11/2005





        
  



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