Crisi lavortiva nel fermano
Fermo | La Margherita discute di formazione e innovazione
di Francesca Ripa
Anche quest’anno, nella sua terza edizione, la Margherita ha organizzato l’incontro-dibattito, dal titolo “Formazione - Lavoro - Imprese: i bisogni e le offerte formative nel fermano”.
Ieri pomeriggio presso la sala multimediale, i rappresentanti della regione, della provincia, dei lavoratori e delle imprese si sono incontrati per fare il punto della situazione.
Ne è uscito un quadro complesso e per niente rassicurante. L’unico aspetto positivo sembra essere la presa di coscienza della crisi marchigiana.
“Noi imprenditori siamo stati un po’ Cassandra, ci lamentavamo e preannunciavamo la crisi. Ora finalmente ci si sta rendendo conto della situazione”. Dichiara Alvaro Cesaroni, Presidente dell’UIF.
La crisi del calzaturiero è dovuta a diversi fattori. Uno di questi è la globalizzazione.
Sempre Cesaroni afferma: “Non eravamo attrezzati ad affrontare la globalizzazione. Eravamo il settimo paese industrializzato ma il cambiamento ci ha colto di sorpresa”.
I prodotti importati nel paese, che arrivano da tutte le parti del mondo, hanno prezzi troppo bassi e quelli italiani non riescono a competere. I dati statistici portati da Fabio Montanini, direttore ARMAL (Agenzia Regionale Marche Lavoro), dicono che la crisi è più forte nel fermano che nell’ascolano.
Questo perché nel fermano il settore del calzaturiero rappresenta il 65% della domanda lavorativa.
C’è chi vede il problema da una prospettiva positiva.
Vittorio Ferracuti, Presidente Confcommercio – Fermo, lancia una provocazione. “Se da noi c’è la crisi del manifatturiero, è perché siamo un paese ricco. Nei paesi ricchi il manifatturiero è un settore ridotto. Si preferisce investire in altri comparti come l’immobiliare, l’informatica, il marketing”.
Ferracuti invita a seguire questa strada.
Dall’incontro emerge un altro dato sconfortante.
La disoccupazione non è più solo intellettuale, ma coinvolge anche la manodopera.
A ricordarlo è Rosalba Ortensi, Consigliere Regionale. “Se chiude la Sadam qui veramente ci troviamo per terra”. Il senatore Stefano Bastianoni, richiama alla mente le famiglie, il vero ammortizzatore sociale, che si fa carico della crisi, sostenendo i giovani in cerca di lavoro e preoccupandosi dell’assistenza degli anziani e degli svantaggiati fisici. Ugo Ascoli, Assessore Regionale Formazione professionale, Scuola, Lavoro, fa un interessante excursus sulla questione della crisi e sulle azioni da intraprendere per fronteggiarla. Innanzitutto rileva un dato negativo.
Le zone meridionali delle Marche rispetto a quelle settentrionali accusano maggiormente la crisi. Negli ultimi mesi del 2005 si contano 1640 persone in cassa integrazione, di queste 931 appartengono alla provincia di Ascoli e Fermo.
Altro dato riguarda la mobilità.
Le imprese del fermano e dell’ascolano tra piccole e medio grandi, contano circa 2000 posti di lavoro persi, su 5000 di quelle marchigiane.
Ugo Ascoli poi passa in rassegna le categorie più colpite. I giovani, soprattutto donne, in cerca di prima occupazione, persone con svantaggi, e quelle sotto i 40 anni che perdono il lavoro. A fronte di questo quadro si è cercato di attivare un piano di formazione in linea con le richieste del mercato del lavoro. Non solo corsi meno teorici e più pratici che aiutino i giovani ad inserirsi nel mondo del lavoro, ma anche corsi di aggiornamento per i lavoratori che devono reinserirsi in ambienti lavorativi nuovi e diversi. Queste attività sono gestite dal Centro dell’impiego e finanziate dal Fondo Sociale Europeo. Il problema maggiore è che queste risorse presto non ci saranno più.
Ugo Ascoli spiega che in Europa si sta rielaborando il piano economico per dopo il 2006. Il nostro governo si sta accordando per dare meno contributi all’Unione Europea ma questo significherebbe meno finanziamenti da parte dell’Europa a noi. Anche perché sono in arrivo nell’Unione nuovi paesi che necessitano di finanziamenti. Si prevede la riduzione del 40% di sovvenzioni per le politiche sociali con conseguente riduzione dei fondi per i Centri per l’impiego. Ascoli non si scoraggia e tra le iniziative per il rilancio economico punta sui giovani. E’ stato proposto alle banche il così detto “patto d’onore”. E’ una modalità per richiedere finanziamenti senza necessariamente fornire una garanzia. Oltre al denaro si offrono assistenza tecnica e qualificata gratuita durante la fase di avvio del progetto.
Altri interventi come quelli di Flavio Postacchini, Presidente Ass. Il Ponte – Fermo, e Stefano Pierini, Responsabile Formazione Coldiretti – Marche, hanno espresso la necessità di corsi di formazione anche nel loro settore. Più genuini e diretti gli interventi di Alfonso Cifani, CISL – Fermo, che chiede più concretezza.“Si parla tanto, ma tra un convegno a l’altro non si fa niente”, e Alberto Cognigni, Confartigianato – Fermo, lampante ed emblematica la sua frase di esordio che la dice lunga sulla condizione dei piccoli imprenditori. “Gli industriali si lamentano, ma gli artigiani muoiono e basta”.
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23/10/2005
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