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Chi non risica, non rosica

| Girotondo intorno al rapporto Deficit/PIL per scoprire le sorprendenti varietà dei riflessi...politici.

di Veleno

Chi non risica, non rosica. Ricordate questo modo di dire? Significa che per ottenere qualcosa occorre rischiare.

Il "chi non risica,non rosica" è applicato quotidianamente dagli imprenditori.Il rischio di impresa è la natura stessa di un Impresa.

Per ora tenete impresso questo motto e saltiamo di palo in frasca a parlare di Economia e di Europa.

Ormai è un bel pò che sentite frullare nel vostro cervello il concetto di patto di stabilità e del famoso 3% da rispettare.

Il 3% in questione non è altro che il rapporto tra il deficit pubblico e il prodotto interno lordo (PIL).Il PIL è quello che l Italia riesce a produrre in termini di Beni e Servizi.

Il deficit pubblico è invece la differenza tra le spese per fare dei ponti, per pagare gli insegnanti, per acquistare le auto di servizi ecc. e le entrate. Il deficit c'è quando, ovviamente e come spesso avviene, le entrate sono inferiori alla spese.

E veniamo al punto.Il governo,per espressa volontà del premier Berlusconi, ha diminuito le imposte sulle persone fisiche (IRPEF), volgarmente chiamate "tasse" . Diminuendo le imposte,avrete già capito,diminuiscono le entrate. Ora, per non aumentare il deficit, il governo è stato costretto a tagliere delle spese.

Sintetizzando e semplificando alquanto, la sinistra lamenta che la diminuzione di queste spese mina il buon funzionamento dell'apparato burocratico dello stato e penalizza la ricerca,motore dello sviluppo di un paese.

La destra ribatte che il funzionamento dell'apparato burocratico dello stato dipende da altre cose,come ad esempio una migliore organizzazione e che i fondi per la ricerca ci sono e bastano.

Ma,al di là di questi battibecchi politici,  quello che  interessa veramente all'imprenditore Berlusconi è che questo meccanismo, cioè contemporanea diminuzione delle imposte e delle spese, riesca a tenere invariato il 3%.

La Comunità Europea dubita parecchio.E'convinta che alcune entrate siano frutto di artefici contabili e che le spese non siano proprio tutte quelle dichiarate.

Forse avrà ragione ma questo lo vedremo solo a 2005 inoltrato. Da qui ad allora c'è tempo perché succedano tante cose. E qui ritorniamo al concetto di "chi non risica,non rosica" .

Berlusconi è un imprenditore il quale non solo pratica,ovviamente, il rischio d' impresa ma lo ama.Lui ha puntato tutto sulla diminuzione delle imposte,tra l'altro più marcata per i redditi medio-alti, con il chiaro intento di aumentare i consumi che a loro volta dovrebbero mettere in moto l'economia e dunque incrementare il nostro PIL che la previsione del gotha dell' economia mondiale attualmente pone,per il 2005, a circa l' 1,5%.Invece con un PIL dell' 1,9% circa, come spera il governo dopo la diminuzione delle imposte, il rapporto Deficit-PIL sarebbe inferiore al 3%.

Se questo accadesse Berlusconi avrebbe raggiunto due obiettivi: quello fare contenti gli italiani per la diminuzione delle "tasse" e quello di riportare l'Italia, agli occhi del mondo economico e soprattutto delle agenzie di rating, a livelli di credibilità e di affidabilità per i pagamenti.

Tutto grasso che cola in vista delle prossime elezioni 2006, tanto che all' annuncio del taglio delle " tasse" i sondaggi pro Berlusconi sono di nuovo schizzati in alto.

La sinistra che fa? Per ora solo le pulci ai vari capitolati di spesa presentati dal ministro dell' economia Siniscalco, poi si vedrà,sperando che,con la politica del tanto peggio tanto meglio,
l' azzardo di Berlusconi fallisca miseramente.Però loro non sanno che se il berlusca non riuscisse a ...rosicare sul PIL,ha già sicuramente pronto nel cassetto segreto altri effetti speciali.

Lui è nato per queste trovate rischiose, lui è per il motto:chi non risica non rosica.

Se la sinistra non s' inventa una strategia originale, altre ai girotondi, rischia di perdere anche le prossime elezioni!    

15/12/2004





        
  



2+2=

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