L'assessore all'Ambiente Michele Rastelli chiarisce il suo pensiero in una lettera dicendo: "La consigliera Compieta definendomi censore, presumo volesse bollarmi come oscurantista contrapposto agli illuminati. Se così fosse, mi piacerebbe sapere chi rilascia tale patente, e tra l’altro, conoscere chi ha stabilito che condividere il linguaggio di Caparezza sia in, al contrario di chi non lo condivide che è out.

Non capisco poi quel riferimento della Compieta alla guerra. Ha letto, oppure le hanno riferito del mio pensiero? Avevo la presunzione di essere stato abbastanza chiaro: ognuno è libero di esprimere la propria opinione, solo che trovavo, e purtroppo continuo a trovare, non corretto il metodo. Non si può invitare gente a discutere di Napoleone e poi disquisire, che so, sull’andamento del mercato delle patate. Semmai su questo si organizzerà, volendo, un convegno ad hoc. O no?

Ma torniamo alla mia presunta censura nei confronti dei Consiglieri Comunali. Io non ho censurato un bel nulla, semmai, è l’opposizione che si è censurata da sola! In una normale dialettica politica, mi sono semplicemente limitato a mettere in evidenza le contraddizioni del centrosinistra  che a Fermo parla in un modo e a Porto San Giorgio in un altro! E poiché questo è un dato di fatto, credo che la Compieta un chiarimento non debba chiederlo a me, ma al centrosinistra. E ancora: non ho definito, sarebbe bastato leggere perché questo è scritto, di cattivo gusto tutti gli interventi, bensì citare in Consiglio persone ad esso estranee. Se poi qualcuno trova questo di buon gusto, non vado certo alla ricerca di termini astrusi per definire questo qualcuno, dico semplicemente che se non stiamo insieme (politicamente, s’intende) ci sarà un perché.

Se poi la Compieta con le sue parole: “…rivolta indistintamente a tutti noi (la mia presunta censura)”, vuol dissociarsi da qualche intervento che è pervenuto dai banchi dell’opposizione, non posso che rallegrarmi e darle atto di ciò, ma anche qui credo toccherà  a lei dire se all’interno dell’opposizione vi sia unità solo quando si tratta di attaccare l’Amministrazione oppure anche nella condivisone di vedute e di metodi.

Se in Consiglio Comunale sento dire da qualcuno (i nomi li farò magari la prossima volta)  che se la sinistra dovesse vincere dismetterà le società e i Ds immediatamente  non si dissociano, cosa è lecito pensare? Poiché capita a volte, data l’ora tarda, di essere forse un po’ distratti in Consiglio, ripropongo quelle che erano le mie domande: se la sinistra fosse maggioranza, cosa farebbero i Ds, dismetterebbero le società? Oppure le modificherebbero? E se si, se oggi sono a capitale interamente pubblico, opterebbero per il misto pubblico-privato, oppure per il solo privato? E come si comporterebbero con i dipendenti? Opterebbero per il loro passaggio alle società oppure per il loro mantenimento in seno al Comune?"