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Ricordiamoci dell’A14, siamo ancora in tempo

Ascoli Piceno | L'avvocato Alberto Palma punta il dito sulla rete autostradale nella Regione

di Alberto Palma

Perché la terza corsia autostradale fino a Pedaso anziché fino a Civitanova Marche come era previsto?
Chi ha voluto che il prolungamento e perché lo si è deciso senza alcun confronto con il territorio?
 
 Sono interrogativi pesanti, finora elusi in questo inizio di campagna elettorale per le regionali, in cui si parla più dei seggi da spartire che dei temi da affrontare.
Nella “Riviera delle Palme” molti hanno denunciato la congestione indotta dal pesante traffico sulla SS16 che attraversa i centri abitati. Forse per questo la Regione Marche si è sostituita all’Anas nel progetterne una variante tra Pedaso e Porto d’Ascoli.
 
Di recente la stessa Regione ha “convertito” tale progetto in quello di una variante arretrata dell’A14, il cui attuale tracciato verrebbe ceduto all’Anas divenendo in quel tratto –con l’aggiunta di qualche svincolo- la nuova statale Adriatica.
 
Dal canto suo la società Autostrade da molto tempo prevedeva di ampliare a £ corsie l’autostrada, che si restringe a Rimini Nord, fino a Civitanova Marche.
 
Dunque rimaneva impregiudicata la possibilità di riflettere sulla scelta migliore per quanto riguarda il tratto da Civitanova a Pedaso, in pratica la nuova provincia di Fermo.
Ma la stessa Regione ha chiesto di prolungare la terza corsia A14 fino a Pedaso, allo scopo evidente di riconnetterla alla futura variante arretrata. Anche il governo nazionale ha concordato in tal senso, cosicché la concessionaria autostradale ha deciso in conformità, sta progettando le opere e prevede di ultimarle nel 2009.
 
La soluzione non appare in linea con i propositi di decongestione delineati nel Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche del ’99 e per di più è stata scelta senza informarne prima la comunità territoriale che non poteva prevederla.
 
Essa sorvola sul Fermano, elude le prospettive del suo sviluppo, vieta irreversibilmente l’opportunità di rimediare all’errore degli anni ’60, quando qualcuno preferì ad un tracciato autostradale più interno quello addossato al litorale.
 
Perché l’esigenza di “strafficare” i centri abitati, tenuta ben presente per San Benedetto Grottammare e Cupra, non viene considerata affatto quando si tratta di Porto S. Elpidio, Fermo, Porto San Giorgio e Altidona?
 
Non si spiegano i motivi di questa discriminazione tra sud e nord di una provincia, tanto enfatizzata nella sua asserita unitarietà quanto “spaccata in due” nelle scelte strategiche e vitali come questa.
 
Un arretramento dell’A14 a partire da Civitanova, oltre a risparmiarci discutibili soluzioni per viadotti e gallerie e decongestionare la costa anche da noi, favorirebbe lo sviluppo nelle valli dell’Aso e del Tenna, accrescendo la competitività di quei comparti produttivi e turistici che ne hanno estremo bisogno.
 
Le scelte fatte per fortuna non sono ancora realizzate e si possono cambiare.
E’ dunque il caso di aprire anche su questo tema un dibattito con la Regione, il Governo, l’Anas e la soc. Autostrade, magari approfittando dell’imminente campagna elettorale.
 

26/11/2004





        
  



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