“Il costo orario del lavoro alla Foodinvest è il doppio di quello che sostengono i nostri principali concorrenti. Per questo i nostri prodotti hanno costi superiori del 20-25%. Non siamo competitivi sul mercato. Questo è il motivo per il quale propongo di trasformare i contratti di lavoro da “industriali” ad “agricoli”. Il gruppo Malavolta va bene, ma dove l’assenteismo non è del 12% come a Porto d'Ascoli e dove il costo del lavoro è “giusto””.

 

Così l’imprenditore Aristide Malavolta, chiamato in causa dai lavoratori dello stabilimento Foodinvest di Porto d’Ascoli, che questa mattina, giovedì, hanno effettuato uno sciopero spontaneo di un’ora, dalle 12 alle 13. Stabilimento di trasformazione alimentare, ovvero industriale, o di raccolta e commercializzazione di frutta e verdura, quindi agricola?

 

Sia come sia, Malavolta sostiene l’esatto contrario delle accuse che gli vengono rivolte. I lavoratori parlano di mantenimento del fatturato nonostante riduzioni di personale già avvenute: “ridurre il personale per un imprenditore è come tagliarsi un braccio – risponde Malavolta – Ma ultimamente abbiamo avuto una riduzione del fatturato”.

 

I sindacati parlano di una decina di prepensionamenti possibili tra i 50 lavoratori per i quali l’azienda starebbe per avviare la procedura di mobilità. “I nostri costi – è la risposta di Malavolta – non sono più sostenibili. Del resto, delle 50 persone per le quali chiediamo la mobilità, 20 o 25 possono essere accompagnate al pensionamento tramite gli ammortizzatori sociali”.

 

“Ne va della salvezza dello stabilimento – dice ancora l’imprenditore – Non possiamo sopportare oltre le perdite che stiamo subendo a Porto d’Ascoli. Ci dobbiamo allineare ai costi della concorrenza, altrimenti non saremo competitivi. Il piano industriale è questo. Solo così conquisteremo nuove quote di mercato e potremo procedere a nuove assunzioni.”

 

Promesse non mantenute? “Io mi guardo indietro – risponde Malavolta – e vedo che tutto quello che ho promesso l’ho sempre mantenuto. Acquistare il marchio Surgela non era mio compito. Alla Foodinvest abbiamo pagato sempre tutto il dovuto: lavoro e straordinari, al contrario che alla Copop o altrove.”

 

Malavolta contro l’assessore regionale al bilancio Luciano Agostini: quest’ultimo parla di settore in espansione, motivo per cui non sarebbe comprensibile il ridimensionamento voluto da Malavolta. Quest’ultimo mette solo il segno “meno” di fronte alle affermazioni di Agostini: “non è vero che il settore dei surgelati sia in espansione”.

 

Il dialogo procede.