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Una proposta per rilanciare il turismo: "Concistoro turistico"

San Benedetto del Tronto | Capriotti: "Creare una rete turistica che riguardi almeno 7-8 mesi l’anno, per mezzo di un seminario".

di Nino Capriotti

A fine di ogni stagione turistica è sempre logico ed opportuno  stilare un bilancio e fare le necessarie riflessioni, ma la stagione 2004 impone uno sguardo molto più approfondito e minuzioso del solito che ci aiuti a comprendere bene quello che è successo.

Innanzitutto, non basta semplicemente evocare la parola “crisi”, collegandola magari con eventi contingenti tanto da voler far credere che si tratti di un fenomeno episodico (una stagione storta e basta…), perché questa crisi non nasce da fattori emergenti, ma da errate valutazioni iniziali, soprattutto a livello governativo.

Già nel 2001, alcuni economisti indipendenti individuarono elementi di debolezza nel programma del Governo Berlusconi. Essi sottolinearono come il programma di Governo, pomposamente sbandierato come favorevole al cosiddetto popolo delle partite IVA (quantificate in 4,5 milioni di unità), avrebbe favorito non tutto questo “popolo”, ma solamente il 5% di esso (tra i 20.000 e i 25.000 soggetti).

Una previsione che, dopo appena tre anni di Governo, si è purtroppo avverata, evidenziando stati di crisi diffusi nelle imprese ed un impoverimento dei ceti medio e bassi: in seria crisi l’occupazione, inflazione strisciante (con valori molto divaricati tra quella ufficiale e quella effettiva e/o percepita) che ha portato ad un forte depauperamento delle famiglie; condizioni che non favoriscono certo uno sviluppo del turismo, soprattutto quello di tipo familiare, tipico delle zone picene. Questa l’analisi, sia pur generica, della condizione del Paese, che però ha un suo sostanziale riscontro nelle comunità locali (dove possono emergere, come emergono, particolari condizioni) per le quali è necessario un discorso approfondito.

La provincia di Ascoli, ad esempio, mantiene il suo primato nelle Marche, anche se ai dati confortanti degli arrivi non corrisponde altrettanto nelle presenze. Emblematico il caso di San Benedetto, da sempre punta di diamante del turismo nella Regione, con i suoi 8.000 posti letto nelle strutture ricettive e 13.000 negli appartamenti. Ebbene, mentre gli alberghi hanno tenuto, tenendo anche conto di un giugno climaticamente negativo, altrettanto non si può dire degli appartamenti.

Le agenzie di affitto, ad esempio, segnalano  un – 30% di presenze negli appartamenti, che portano ad una diminuzione delle presenze di circa -300.000 unità. Numeri pesanti che portano ad introiti mancati per circa 15.000.000 di € (30 miliardi delle vecchie lire) solo negli appartamenti. Il conto presuntivo deriva dalla indicazione prudente di una spesa media giornaliera di 50 € per persona (somma comprensiva di alloggio, vitto, spiaggia, bibite, divertimenti e piccoli acquisti di routine…). 

Questa minore circolazione di danaro ha interessato soprattutto i proprietari di case, i negozi, gli esercizi, i  supermercati, non solo gli operatori turistici. Tenendo presente che anche il tanto criticato turismo pendolare (quello di giornata) ha conosciuto una forte contrazione.  

Che fare allora?
Intanto è necessario discutere con tutti gli attori in gioco per poter prima capire come fare, partendo da alcune certezze. Nel Piceno infatti, nonostante tutto, lo zoccolo duro rimane il turismo balneare, anche se bisogna cercare sul territorio di dare risposte e visibilità ad attrattive turistiche diverse: rurale, sportivo, scolastico (per i parchi e i musei), artistico, ambientale (il Piceno ha due parchi naturali), enogastronomico, congressuale, bellezza (Miss Italia), convention religiose, ecc.

E’ dunque necessario un incontro tra operatori (tutti, quelli degli hotel, dei residence, degli appartamenti, degli esercenti, e naturalmente rappresentanti delle istituzioni, ecc.) per rimodulare un’offerta turistica diversa.

La mia proposta è quella di organizzare un Seminario di due giorni, diverso però dalla sua tradizionale articolazione: non più relazioni che seguono a relazioni con visitine sporadiche per onore di presenza, ma una sorta di “forum” (o concistoro turistico) con poche decine di invitati,  che alla fine possano decidere insieme e nel rispetto delle diversità e degli interessi su quali siano i passi concreti per recuperare presenze e fedeltà, ampliando anche i troppo angusti ambiti temporali (2-3 mesi?)  attuali, per creare una rete turistica che riguardi almeno 7-8 mesi l’anno.
 

06/09/2004





        
  



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