Le zanzare e gli altri insetti molesti hanno i mesi contati in riviera, che siano zanzare comuni (culex pipiens), la versione “tigre” (aedes albopictus), o pappataci (phlebotomus papatasii). Per l’estate 2004 l’amministrazione comunale di San Benedetto aveva emesso un’ordinanza per il rispetto di alcune regole all’interno delle proprietà private (le multe per il mancato rispetto dell’ordinanza sono state 150, di 50 euro l’una), mentre il Comune, tramite la Picenambiente, ha provveduto alla pulizia di 1200 tombini.

 

Interventi più sistematici si avranno a partire dall’estate 2005, sulla base dei tempi di intervento registrati durante la pulizia dei tombini e soprattutto dei risultati di un monitoraggio effettuato dall’Università di Camerino (schema di protocollo di intesa predisposto con delibera di giunta n. 178 del 7 maggio, firmato due giorni dopo dal rettore prof. Ignazio Buti).

 

La prossima settimana partirà una sperimentazione insetticida presso i tombini del quartiere Marina di sotto. Questa mattina, invece, sono stati comunicati ufficialmente i primi risultati di tale monitoraggio, effettuato in cinque zone-campione della città (cimitero, Paese alto, zona nord/zona Ascolani, Marina di sotto, Sentina per la parte urbanizzata), scelte in base alle segnalazioni ricevute dagli uffici comunali, e a copertura di circa il 50% del territorio comunale.

 

Le ricerche sono state condotte mediante 49 postazioni contrassegnate con etichette (contenitori con un litro d’acqua e bacchette di masonite sulle quali le zanzare rilasciano le uova, posizionati presso cespugli e altri punti di riparo per le zanzare), dal 10 maggio al 20 luglio, da un’équipe di cui hanno fatto parte i dott. Annette Habluetzel e Guido Favia, con la collaborazione dei proff. Fulvio Esposito (preside della Facoltà di Scienze e Tecnologie, neoeletto rettore dell’Università di Camerino) e Michele Maroli (reparto “Malattie trasmesse da vettori e sanità internazionale” dell’Istituto Superiore di Sanità), oltre che dai collaboratori dell’assessore all’ambiente Ruggero Latini.

 

Accertata la presenza della zanzara tigre (particolarmente fastidiosa dal momento che agisce anche nelle ore più fresche del giorno in aggiunta all’opera serale e notturna della zanzara comune e del pappatacio), nel 2005 si pensa di intervenire soprattutto tramite “larvicidi” nelle zone privilegiate per la proliferazione degli insetti, ovvero i tombini e i ristagni d’acqua (sottovasi, giardini, fossi, depositi industriali di acqua). Più difficile la lotta contro gli esemplari adulti, stante l’impossibilità di irrorare l’intero territorio comunale di abbondante “adulticida”.