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Risposta del Governo all'interrogazione 3-01382 sull'Ufficio del Giudice di Pace di Osimo

| OSIMO - E' stata presentata dal senatore Mario Cavallaro. Le considerazioni a riguardo espresse in Assemblea dallo stesso Cavallaro, il testo dell' interrogazione in questione ed infine una sintesi del resoconto stenografico.

PRESIDENTE. Segue l’interrogazione 3-01382 sull’ufficio del giudice di pace di Osimo.
Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere a tale interrogazione.

VALENTINO, sottosegretario di Stato per la giustizia
. In merito all'interrogazione del senatore Cavallaro, faccio presente che l'organico magistratuale dell'Ufficio del giudice di pace di Osimo prevede due unità, allo stato entrambe presenti ed individuate nei dottori Benedetto Loiodice e Paola Isabella Belli. II dottor Loiodice cesserà dalle funzioni di giudice di pace il 1° aprile 2006, mentre la dottoressa Belli dismetterà le medesime dal 10 aprile 2006.
In particolare, il dottor Loiodice ha rivestito la funzione di coordinatore presso l'Ufficio in parola sino al 9 dicembre 2003, data in cui le dimissioni presentate dal medesimo in rapporto a detta funzione sono state ratificate con decreto ministeriale.

Per quanto riguarda la dotazione organica del personale amministrativo dell'Ufficio del giudice di pace di Osimo, la stessa prevede quattro unità, di cui sono presenti due (un operatore giudiziario B1 e un ausiliario A1). Presta inoltre servizio, non conteggiato nell'organico, un dipendente comunale (posizione economica B3) ivi comandato ai sensi dell’articolo 26, comma 4, della legge n. 468 del 1999. Pertanto, le presenze effettive salgono a tre.
I posti vacanti (di cancelliere C2 e cancelliere B3) potranno essere coperti all'esito delle procedure di riqualificazione riservate al personale dipendente.

Per quanto sopra detto, attesa la diffusa carenza di tali figure professionali in tutti gli uffici del distretto, attivare la procedura dell'interpello distrettuale, prevista dall'accordo sulla mobilità interna del personale del 28 luglio 1998, potrebbe sortire l'unico effetto di favorire un ufficio giudiziario a danno di un altro con analoga situazione di servizio.

Relativamente alla carenza della figura professionale di cancelliere C2 - considerato che il posto vacante di cancelliere B3 è temporaneamente coperto dal dipendente comunale di cui si è detto - il Presidente della Corte di appello di Ancona può sopperire mediante il ricorso alle applicazioni temporanee di personale da altri uffici del distretto, ai sensi dell'articolo 18 del citato accordo sulla mobilità interna, garantendo, ove possibile, l'avvicendamento del personale al fine di evitare un eccessivo aggravio dell'applicazione su un solo ufficio giudiziario.

Per fronteggiare le immediate esigenze di servizio dell'Ufficio del giudice di pace è, inoltre, possibile continuare a ricorrere ai comandi di dipendenti comunali già in servizio presso i soppressi uffici di conciliazione, ai sensi dell'articolo 26, comma 4, della legge n. 468 del 1999.
La procedura per l'attivazione di tali comandi è contenuta nella circolare del 6 marzo 2000 e in quelle successive, emanate sull'argomento dalla competente direzione generale, con le quali è stata, altresì, attribuita al presidente del tribunale la competenza relativa. In esse viene precisato che la norma sopra citata ha previsto che il personale dipendente comunale, che opera o ha operato per almeno due anni presso gli uffici di conciliazione, continui a prestare servizio nella medesima posizione presso l'Ufficio del giudice di pace del circondario con competenza anche per il Comune già sede degli uffici di conciliazione, a condizione, ovviamente, che sia ritenuto necessario dall'amministrazione della giustizia e vi sia il consenso dell'interessato.
I presidenti dei tribunali sono delegati a richiedere alle amministrazioni comunali competenti il comando, che si configura per l'amministrazione cedente come atto dovuto e la cui realizzazione deve avvenire entro quindici giorni dalla richiesta del personale citato, che potrà essere utilizzato per la durata di un anno, prorogabile in relazione alle esigenze dell'Ufficio, esclusivamente negli Uffici del giudice di pace nel cui territorio si trova il Comune di appartenenza del dipendente.
 
CAVALLARO (Mar-DL-U). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAVALLARO (Mar-DL-U). Signor Presidente, prendo atto dei dati molto dettagliati che sono stati forniti. Mi sembra, tuttavia, che essi confermino la motivazione per la quale il giudice di pace coordinatore aveva rassegnato le dimissioni dall'incarico.
In parte, si tratta di una situazione di carattere generale che, ritengo, non riguarda soltanto il personale non giudicante, tant'è che è noto che lo stesso Ministero ha redatto una mappa di verifica della situazione territoriale dei giudici di pace che non ha però esitato alcun provvedimento di carattere generale e di ridistribuzione.
Posso solo dire, ad intuito, anche per esperienza professionale, che due sole unità giudicanti, ora che si è aggiunto anche il penale in una città con oltre 30.000 abitanti, non mi sembrano sufficienti per smaltire il carico di lavoro.
Quanto riferito dal Sottosegretario conferma, invece, l'inadeguatezza strutturale del personale e la mancanza di figure in organico. Quello dei cancellieri è un problema endemico che riguarda tutte le sedi giudiziarie e che comunque va risolto. I suggerimenti indicati mi sembrano del tutto insufficienti, perché prevedono, fra l'altro, meccanismi, come quello dei distacchi interni del personale del Ministero, poco graditi al personale stesso, che vede come il fumo agli occhi l’eventualità di spostarsi.
Ciò vale in particolare per un territorio come quello marchigiano, dove le sedi giudiziarie sono - per ragioni non solo storiche, ma anche di fruizione delle popolazioni - diffuse sul territorio, per cui difficilmente i lavoratori si sobbarcano lunghe trasferte quotidiane.

Lo stesso vale per i comandi suggeriti. Intanto, bisognerebbe verificare se vi fosse personale assegnato specificamente agli uffici di conciliazione; fra l'altro, molto spesso i Comuni destinavano tale personale in via bonaria, senza distaccarlo in maniera formale dagli organici, e comunque i Comuni hanno difficoltà economiche e quindi assegnano malvolentieri personale a loro carico agli uffici giudiziari.
Anche sotto questo profilo, prendo atto che si tratta di indicazioni, riferite in quest'Aula, che sarà mia premura comunicare al Sindaco e al presidente del tribunale, ma che non credo saranno ritenute sufficienti e soddisfacenti.

Colgo l'occasione, data anche la vischiosità dei meccanismi delle interrogazioni, per far presente al Sottosegretario che si sta aprendo un altro varco nella giustizia osimana, perché nella sezione distaccata del tribunale il magistrato titolare è andato in quiescenza e non è stato sostituito in maniera immediata e tempestiva. Si parla di una sua nomina a settembre: è il caso che anche su questo si vigili, affinché il provvedimento del presidente del tribunale sia tempestivo.
È chiaro che tutto ciò si inquadra in un discorso che facciamo anche in altra sede; su questo potremmo anche essere d'accordo, perché in materia di ordinamento giudiziario alcune iniziative organizzative dovrebbero essere affidate non necessariamente e non tanto alla magistratura, ma anche a manager che possano organizzare il lavoro non solo giudiziario, ma anche accessorio in maniera efficace ed efficiente, come è giusto che sia per ogni pubblica amministrazione.
 
Interrogazione sull’ufficio del giudice di pace di Osimo
(3-01382) (20 gennaio 2004)
CAVALLARO. - Al Ministro della giustizia. – Premesso:
            che il coordinatore dell’ufficio del giudice di pace di Osimo (Ancona), dott. Benedetto Loiodice, risulta avere presentato, nei giorni scorsi, le dimissioni dall’incarico di coordinatore, avendo rilevato la gravità e l’insostenibilità della situazione in relazione alla carenza di organico del personale assegnato all’Ufficio, in quanto attualmente risulterebbero in servizio a tempo pieno due sole unità di personale, che pur svolgono con notevole zelo e dedizione il loro ruolo, mentre risultano mancare un funzionario di cancelleria, un assistente giudiziario, due dattilografi ed un messo;
            che tale situazione di disagio risulta condivisa dagli operatori del settore, come risulta da numerose dichiarazioni di avvocati pubblicate nella notizia del fatto nel quotidiano «Il Resto del Carlino», pagina 26, di Ancona – Osimo del 19 gennaio 2004;
            che non appare certo misura adeguata al superamento delle lamentate difficoltà quella della revoca dell’incarico al dott. Loiodice, il quale ha semplicemente segnalato, com’era ad un tempo suo diritto e dovere, un problema grave ed obbiettivo, e che si è sempre distinto per l’impegno profuso nello svolgimento dell’incarico,
        si chiede di conoscere quali iniziative si intenda assumere per superare con assoluta urgenza, vista la prospettata situazione, lo stato di inadeguatezza quanto a personale dell’ufficio del giudice di pace di Osimo.

10/07/2004





        
  



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