Le  chiacchiere non hanno spazio. I fatti si.

Ed è proprio con i fatti, documenti alla mano, che il sindaco Renzo Offidani ha voluto riportare il dibattito in merito alla Basilica di Santa Croce entro il giusto binario.

"Questa amministrazione ha operato, in questi anni, con convinzione e determinazione per salvare e recuperare  la Basilica - esordisce il sindaco - ed è stata un'istituzione che, accanto all'associazione Santa Croce, ha operato con impegno per salvare un monumento che consideriamo, ed abbiamo sempre considerato, uno dei più importanti del territorio e delle Marche".

"Con il privato abbiamo aperto da tempo una trattativa per giungere all'acquisto della Basilica - prosegue - Nel 1997 abbiamo formulato una proposta di acquisto sulla base di una stima redatta dall'ufficio tecnico di circa 150 milioni del vecchio conio. Abbiamo incontrato il privato che, tramite il suo legale e dopo diverse sollecitazioni, ci ha scritto che non era d'accordo con la nostra proposta ma che, per contro, chiedeva 500 milioni di lire e un lotto per edificare una casa colonica".

"Quando sentiamo dire che il privato era assolutamente disponibile restiamo un po' perplessi, perché le carte dicono altro - aggiunge - Il privato era disponibile non a regalarla, e nessuno gli chiedeva di farlo, ma a vendere sulla base di una richiesta di gran lunga superiore alla stima effettiva dell'immobile. E qui c'è stata la prima difficoltà. Poi c'è stata la seconda, quella del reperimento delle risorse per mettere in sicurezza la Basilica".

"Qualora avessimo comprato la Basilica, spendendo i soldi dei cittadini, avremmo dovuto trovare il modo, almeno, di salvarla altrimenti la spesa poteva risultare vana - prosegue - Noi abbiamo cercato di reperire queste risorse e ci è sempre stato detto che non c'erano". E viste tali difficoltà, insieme alla Sovrintendenza, si era anche pensato di seguire la strada dell'esproprio e di far nascere una fondazione interessando anche persone ed enti che avrebbero potuto intervenire allo scopo.

"Siamo venuti a conoscenza dello stanziamento dei tre miliardi di euro in tre anni inserito in una legge che si riferisce alla finanziaria del 2002 e l'abbiamo appreso dai giornali - aggiunge Offidani - Che si recuperi il bene siamo soddisfatti, ma non condividiamo la procedura. Ci doveva essere un confronto tra istituzioni. Chi ha avanzato la proposta avrebbe dovuto relazionarsi con chi, su quel fronte, era attivo da tempo".

Da questa considerazione prendono le mosse alcuni interrogativi che, assicura Offidani, saranno girati alle autorità competenti. "Quello stanziamento prevede il recupero e non l'acquisto? - chiede - La destinazione è quella vincolata? La gestione si muoverà verso l'interesse pubblico? Poiché a suo tempo il privato chiese circa 1.900.000 euro dei fondi del terremoto, da cosa scaturisce l'investimento di 3 milioni di euro? E' scaturito da un progetto? Su quali criteri ci si è basati?".

"E' insopportabile che qualcuno pensi di addebitare il fatto che siano stati destinati sei miliardi ad una proprietà privata all'amministrazione - chiude il sindaco - perché non l'avrebbe comprata prima o non si sarebbe sufficientemente interessata della questione. Non è così! I cittadini devono sapere come stanno le cose e ci sono gli atti a dimostrarlo".

Attorno a lui, presenti in sala giunta in occasione della conferenza stampa di "chiarimento" c'erano i capigruppo di maggioranza e qualche assore. Un segno evidente, questo, di come la maggioranza abbia voluto affrontare la questione portando avanti un gioco di squadra che, garantiscono, non è mai venuto a mancare.