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Rodi: restaurato il cimitero estero del Sacrario militare

San Benedetto del Tronto | Abbandonato dalla fine della seconda guerra nel 2011 è stato inaugurato il Cimitero di Rodi Egeo, Sacrario Militare cattolico e italiano delle guerre 1915/18 e 1940/43. L’impegno di Aperio Ettore e la storia antica e moderna della Grecia.

di Felice Di Maro

Foto della Dott.ssa Nardi, Vice-Console di Rodi.

Dal 1995, data in cui scrissi una lettera al Presidente della Repubblica, al 2011 ci sono voluti 16 anni per rimetterlo nella sua funzione e 68 anni dalla fine guerra.
Comincia così il racconto di Aperio Ettore, italiano nato a Rodi ma che oggi risiede a San Benedetto del Tronto. E continua, ”Questa è la vergogna dello Stato Italiano, i morti sono morti, giusta o sbagliata che sia la ragione della guerra, vanno onorati. Su questo restauro c’è sta anche all’epoca l’attenzione di Indro Montanelli e l’impegno di Padre Luke (Francescano Inglese) della Parrocchia di S. Francesco che è stato l'artefice della ristrutturazione. Pochi soldi sono arrivati per questo cimitero e riscossi con mille difficoltà burocratiche e a seguito di una lettera al Presidente della Repubblica Cossiga di Aperio Ettore.

Lettera che arrivò nelle mani di Indro Montanelli che fece forti proteste, almeno questo è quanto riferì all’epoca la Dott.ssa Nardi, Vice-Console di Rodi (in foto), ad Aperio Ettore. Com’è noto Rodi è stata la capitale della prefettura del Dodecaneso che includeva anche le vicine isole di Simi, Piscopi, Calchi e Castelrosso delle quali è anche la più grande delle isole del Dodecaneso ed è la più orientale delle maggiori isole dell'Egeo situata a circa 17,7 km dalle coste della Turchia con una popolazione di circa 130.000 persone (2004), di cui circa 60-70.000 risiedono nella città di Rodi, il centro maggiore. Sull’isola la storia la fa da padrona solo a ricordare ad esempio la famosa statua, il Colosso di Rodi, del dio Helios che è una delle sette meraviglie del mondo antico. Si ricorda che la città medievale è considerata patrimonio dell'umanità.

L’archeologia documenta che nel Neolitico era già abitata e nel XVI secolo a.C. i Micenei erano già a Rodi e fu invasa dagli Achei nel XV secolo a.C., ma ebbe un periodo di sviluppo nell'XI secolo a.C. con l'arrivo dei Dori che costruirono le tre importanti città di Lindo, Ialiso e Camiro, che insieme a Cos, Cnido e Alicarnasso (queste ultime sulla costa dell'Asia minore) dettero vita alla nota Esapoli dorica. Nelle Olimpiche di Pindaro si documenta una tradizione mitologica che l'isola fosse nata dall'unione di Helios, dio del sole, con la ninfa oceanina Rodi e le città presero i nomi dei loro tre figli. Sappiamo che è stata un crocevia uno dei commerci nel Mediterraneo come testimoniato dai grandi santuari di Lindo e Camiro. La storia antica della Grecia ci informa che Atene quando sconfisse gli invasori Persiani nel 478 a.C. le tre città aderirono alla Lega ateniese. Allo scoppio della guerra del Peloponneso nel 431 a.C. Rodi si mantenne neutrale pur facendo parte della Lega.

La guerra terminò nel 404 a.C. con Rodi che decise di mantenere la non belligeranza per tutta la durata delle ostilità. Nel 408 a.C. le tre città si unirono per formare un'unica unità politica: si costruì una nuova capitale nella parte settentrionale dell'isola, la città di Rodi, i cui lavori di costruzione furono condotti dall'architetto ateniese Ippodamo. Il generale indebolimento della Grecia in seguito alla guerra del Peloponneso fece sì che l'isola fosse prima conquistata da Mausolo di Alicarnasso e poi dai Persiani nel 340 a.C., infine da Alessandro Magno nel 322 a.C. Dopo la morte di Alessandro, tre dei suoi generali (Tolomeo, Seleuco e Antigono) si divisero l'impero: Rodi strinse forti legami culturali e commerciali con i Tolomei di Alessandria per formare così la lega rodo- egiziana che controllò i traffici commerciali nell'Egeo per tutto il terzo secolo a.C. La città divenne di nuovo un centro marittimo, commerciale e culturale di grande importanza la cui moneta circolava per tutto il Mediterraneo. Le sue famose scuole di filosofia, scienza, letteratura e retorica rivaleggiavano con quelle di Alessandria. Fra i più importanti esponenti di questo grande momento di sviluppo vi furono il maestro di retorica Eschine, Apollonio di Rodi, gli astronomi Ipparco e Gemino, il filologo e grammatico Dionisio Trace.

La scuola di scultura dell'isola sviluppò uno stile drammatico e ricco noto come "barocco ellenistico". Nel 305 a.C., il figlio di Antigono assediò Rodi al fine di rompere l'alleanza. Dopo un anno, nel 304 a.C., si arrivò a un accordo di pace e l'assedio fu tolto: gli abitanti dell'isola decisero di vendere gli equipaggiamenti abbandonati dagli assedianti per poter così erigere una statua al dio Helios, statua conosciuta come il Colosso di Rodi. Tra il 205 e il 200 a.C., invece, fu Filippo V di Macedonia a tentare di conquistarla, ma invano. L’isola è stata già dal 1912 e durante la guerra italo-turca assegnata all'Italia poi con i trattati che posero fine alla guerra Italo-Turca insieme alle altre isole dell'arcipelago del Dodecaneso la città di Rodi è diventata capoluogo della provincia e nel 1923 fu affidata a Mario Lago (Nato a Savona il  25 settembre 1878, morto a Capri il 27 aprile del 1950). Diplomatico italiano è stato anche Governatore del Dodecaneso. La storia lo ricorda per aver realizzato una politica lungimirante e rispettosa della etnia e della cultura locale creando relazioni sociali ottime con la colonia italiana. Realizzò un grande piano di opere pubbliche a Rodi e nelle altre isole. In suo onore venne edificata la nuova città di Portolago, detta Lakki e in greco Λακκί chiamata così proprio in suo onore che è stata la base della Regia Marina nell'isola di Lero. Altra opera è stato il villaggio agricolo di Peveragno Rodio, centro di insediamento di coloni italiani.

Durante tale periodo la cerva della porta marittima dell'isola venne sostituita dalla lupa capitolina e dopo la fine del dominio italiano ne fu ripristinata la statua originaria. In seguito alla seconda guerra mondiale e all'entrata in guerra dell'Italia anche l'isola fu teatro di scontri bellici che si verificarono nell'autunno del 1943 quando in seguito alla caduta del governo fascista e alla proclamazione dell'armistizio l'8 settembre fra il nuovo governo italiano fedele al re Vittorio Emanuele III e le forze alleate anglo-americane vi furono una serie combattimenti fra le truppe tedesche del generale Kleeman e quelle italiane guidate dal governatore Campioni e dall'ammiraglio Mascherpa. Gli aspri scontri nell'isola di Rodi e nel resto dell'arcipelago videro dopo qualche settimana la resa delle forze italiane sopraffatte dai tedeschi che controllarono l'intero Dodecaneso fino alla fine della guerra. Nel 1947, a seguito dei trattati di Parigi, l'Italia fu costretta a cedere il Dodecaneso alla Grecia come riparazione per la guerra del 1940-1941e da allora sul Sacrario di Rodi per decenni neanche un restauro. Nel 2011 il Sacrario è stato inaugurato appena terminata la ristrutturazione curata da padre Luke.

Aperio Ettore si trovava li per cercare la tomba di suo nonno Ettore Giacomo Aperio che ne 1995 non riuscì a ritrovare per lo stato impraticabile in cui era diventato il cimitero. Dopo il 1943 la prima sepoltura è avvenuto nel 2010 ed è stata la tomba di un tedesco. Molte famiglie cattoliche dopo il 1943 sono diventate ortodosse per essere sepolte nel cimitero greco confinante, compreso il cugino, anche lui di nome Ettore Aperio. Per Aperio Ettore lo scopo di questa ricerca è sapere se è successo anche in altri paesi e chi ci ha mangiato sopra.

10/06/2015





        
  



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