La guerra continua dei Manic Street Preachers
San Benedetto del Tronto | Manic Street Preachers "Futurology"
di
Manic Street Preachers
"Futurology"
Integrali senza essere integralisti i Manic Street Preachers sanno lottare ancora contro ogni conformismo e ogni classismo dopo il notevole esordio del 1988 con "Generation terrorists" nel quale povevano le basi di un essere "contro" che, con gli anni, è diventato una specie di mainstream nell'ambito del rock contemporaneo che qualcuno si ostina ancora a ritenere alternativo.
Originari del Galles i "Manics" si sono imposti come una delle maggiori band anglosassoni con una dozzina di album molto incisivi e forti che hanno ottenuto i più ampi riconoscimenti dai media inglesi e internazionali. Anni interi di dominio come "migliore rock band" e "miglior album" hanno fatto dei Manic Street Preachers un punto di riferimento musicale per le nuove generazioni che hanno visto in loro dei leader nella lotta contro l'oscurantismo dei tempi, le crisi economiche e la conseguente depressione del quotidiano. Forte di un frontmen come James Dean Bradfield capace di strepitose performance teatrali e dotato di grandi corde vocali, il gruppo ha raccolto molte delle esperienze degli ultimi anni, dalla permanenza in Germania con la conseguente riscoperta di molto kraut rock degli anni Settanta, al recente viaggio tournée in Australia. Ore e ore di registrazioni che avrebbero potuto trovare posto in un cofanetto decuplo ma che i Manics hanno condensato in "Rewind the film", un lavoro decisamente acido ed elettrico uscito lo scorso anno e questo "Futurology", introdotto dal singolo primaverile "Walk me to the bridge", e apparso sul mercato da un paio di settimane in versione deluxe (con una trentina di brani per la durata di 100 minuti) i cui bonus sono rappresentati da molti demo che soddisferanno tutti fans.
La vena creativa di Bradfield sembra inesauribile. Potente come non mai in brani come "The next jet to leave Moscow" (con ospite Cian Ciaran dei Super Furry Animals), il krafwerkiano "Europa Geht Durch Mich" (con la voce dell'attrice tedesca Nina Hoss), il duro "Sex, Power, Love & Money", il cantabilissimo inno "Black Square" (che cita l'astrattista russo Malevic riletto come un punk antelitteram) o l'epico "Between the clock and the bed" che rimanda ai Simple Minds, gruppo amatissimo da Bradfield. In alcuni brani il gruppo ospita in duetto anche la bella voce di Green Gartside dei Scritti Politti a testimonianza di un rispetto verso un indelebile periodo di art rock britannico negli anni Ottanta. C'è ancora una lotta continua nella musica e nel grande rock dei Manic Street Preachers e tutto si condensa nella metafora espressa dalle parole di Bradfield e nella canzone "Let's go to war". Alla guerra! Alla guerra!
Voto 8/10
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13/07/2014
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